Lo sfortunato passaporto di Gebre

28 Maggio 2012 di Stefano Olivari

Gebre non ce l’ha fatta, per colpa dell’età ma soprattutto del suo luogo di nascita. Quindi viva Gebre, per sempre. L’uomo che negli anni Novanta insieme a Tergat e Hissou ha portato il mezzofondo prolungato in un’altra dimensione, tracciando il solco per Kenenisa Bekele e tanti altri, non avrà laquinta Olimpiade: i 10mila della sua Hengelo, nel meeting ribattezzato Fanny Blankers-Koen Games, hanno infatti respinto il 39enne etiope, al termine di una gara che si è decisa all’ultimo dei 25 giri. La speranza di Gebrselassie era quella di una corsa superiore ai 27′ e di una volata secca nel rettilineo finale: risapettata la prima condizione, purtroppo per lui c’è stata una volatona in progressione che ha premiato Tariku Bekele in 27’11”70 di misura su Lelisa Desisa. A Londra per l’Etiopia andranno loro due insieme al Bekele più famoso (fratello di Tariku e convocato sulla fiducia, perchè di fatto nessuno sa come stia). Gebre ha chiuso settimo in un buon 27’20”39, onorando un meeting che ha visto grandi cose nel mezzofondo maschile (negli 800 il polacco Kszczot ha vinto una gara con sei atleti sotto l’1’45” e nei 1500 Nixon Kiplimo Chepseba ha dominato con 3’29”90). Gebre l’ha presa con il solito stile, conscio del fatto che solo in Etiopia e in Kenya non si va ai Giochi con 27’20”. E’ interessante notare che nei primi dieci classificati del meeting olandese, tutti sotto i 28′, gli etiopi erano, adesso li contiamo, ecco… dieci. Un discorso serio sull’atletica europea, che fra poco celebrerà se stessa con la prima edizione per così dire biennale dei suoi campionati, dovrebbe partire proprio da qui: il fenomeno non si costruisce, ma un gruppo in grado di correre su tempi medi da anni Settanta sì. Soprattutto nei paesi in cui esiste ancora l’atletica di Stato, come l’Italia, dove lo stipendio pubblico è un punto d’arrivo che smorza ogni ambizione. Se poi ci basta che le Fiamme Gialle (cioè la Guardia di Finanza) siano campioni d’Europa, superando il Playas de Castellon, basta dirlo.

Stefano Olivari, 28 maggio 2012

 

 

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