Lo schema del mercenario

16 Gennaio 2009 di Stefano Olivari

1. Forse nemmeno Kakà sa in quale squadra giocherà fra una settimana, ma dal punto vista mediatico la scelta del Milan è già chiara: cominciamo a far credere ai tifosi che il calciatore è un mercenario, che è attaccato ai soldi (invece nel 2003 lasciò il San Paolo perché Carnago è più affascinante) e che a 120 milioni non si può rinunciare perché la crisi ha colpito anche Mediaset, la Mondadori, eccetera. Nel caso poi rimanga in rossonero, visto che Berlusconi sta studiando un sondaggio flash commissionato per valutare l’impatto dell’operazione su quel popolo che con varie gradazioni lo ammira e che sta passando in massa alla Lega, è già pronta la via d’uscita: Kakà è un ragazzo ingenuo, il cattivo è il padre che lo manovra. Film vistissimi in ogni società, anche in quelle che non hanno indirettamente a libro paga dei giornalisti. Persone informate, cioé i soliti ‘camicia bianca’ da ristorante milanese di riciclatori, danno la cessione per fatta. Noi da scommettitori scommettiamo su Kakà che rimane giurando amore eterno e riservandosi di decidere a giugno sperando nella megaofferta di una società ugualmente ricca ma più prestigiosa del City: magari lo stesso Milan. Una società di calcio-entertainment, che dallo stadio ricava solo il 10% del fatturato, deve avere almeno un volto conosciuto in tutto il mondo. E che possibilmente sia ancora un calciatore.
2. Nel gruppo molti avrebbero voluto e vorrebbero picchiare il Lance Armstrong versione cannibale (sia pure solo tre settimane all’anno, mentre il cannibale originale correva per nove mesi), Chad Gerlach l’ha fatto. Nel 1996, alle Olimpiadi di Atlanta: per questo fu licenziato dalla US Postal, che di lì a poco avrebbe perso anche Armstrong a causa del tumore. Da lì Gerlach cadde in depressione, iniziò a drogarsi (crack) e ne uscì grazie anche ad un reality televisivo americano, ‘Intervention’, centrato sulla disintossicazione di persone con dipendenze di vario tipo. Adesso Gerlach prova con il reality all’italiana: tesserato dall’Amore & Vita, le telecamere filmeranno minuto per minuto le sue gesta in un team diventato famoso per la lotta (o almeno le dichiarazioni del suo proprietario, Ivano Fanini) antidoping. La tivù sarà comunque sempre americana, la A&E: da noi si potrà vedere tutto sul sito o su You Tube. Molte le idee, prima fra tutte quella di un Giro d’Italia parallelo a quello per così dire vero. Cioé quello a cui parteciperà Armstrong, in attesa di un editoriale di Cannavò che spieghi come mai a 38 anni sia nato questo amore per l’Italia: forse il Giro è diventato più importante del Tour, ma nessuno se n’era accorto.
Stefano Olivari
stefano@indiscreto.it
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