Anni Ottanta

Lo dice la Nielsen

Stefano Olivari 23/01/2013

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Per noi la Nielsen sarà sempre Brigitte, icona di una generazione di segaioli che sapeva farsi voler bene dalla suocera (la madre di Stallone, ai tempi suo marito, la definì ‘Una puttana, ingorda di denaro come un maiale potrebbe esserlo di cibo’), per l’eternità consorte mediatica di Ivan Drago-Dolph Lundgren mentre il suo ‘vero’ film con Stallone rimane per tutti noi (ma chi siamo ‘noi?) Cobra. La Nielsen che fa la differenza fra la vita e la morte anche per piccoli siti web è però quella delle rilevazioni e l’ultima la riportiamo solo perché conferma i nostri pregiudizi. In pratica l’istituto di ricerche di mercato ha stabilito che niente come lo sport fa vendere prodotti e cazzatine ad alto contenuto tecnologico. Secondo la ricerca, leggibile su www.nielsen.com, oltre il 60% di chi negli Usa possiede tablet e smarphone li adopera almeno una volta al giorno per cercare notizie o applicazioni riguardanti il proprio sport preferito. Una percentuale che ridicolizza quelle di chi è interessato a qualsiasi altro argomento. Rimane da capire come mai per la pubblicità, peraltro in picchiata ovunque (in Italia il novembre 2012 ha registrato un calo del 23%, in aggregato, rispetto al novembre 2011), abbia per siti, giornali e pagine di sport prezzi molto più bassi a parità di utenti. Una ghettizzazione che la favola del target alto, che in altri settori viene venduta meglio, non riesce più a spiegare. Perché, per dirla grezzamente, è più facile vendere un’auto, una console per videogiochi o un qualsiasi prodotto ad alto valore aggiunto a uno che si interessa solo di calcio che a suo fratello che legge solo di politica. E’ ovvio che gli insiemi calcio e politica si possano intersecare, ma quando sono staccati non si capisce perché ad essere pagato meno sia quello sportivo. Questione di immagine. Come dire: ci facciamo le (metaforiche) seghe con Brigitte Nielsen ma in pubblico dobbiamo dire che ci piace il rospetto con l’espressione imbronciata e profonda.

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