L’Italia del ’90, storia segreta del nostro Mondiale

6 Novembre 2021 di Stefano Olivari

Esce oggi il nostro nuovo libro, L’Italia del ’90 – Storia segreta del nostro Mondiale, sia in versione cartacea, su Amazon e in libreria, sia in versione elettronica per Kindle. Perché oggi? Non c’è una ragione precisa, né ricorrenze né altri pretesti, se non che dopo oltre tre decenni ci sentivamo finalmente pronti. Nel frattempo sono uscite sull’argomento tante altre opere, ma senza falsa modestia diciamo che nessuna è all’altezza di questa: non per gli scoop, che pure fra le righe ci sono, ma perché dopo essere entrati dentro lo spogliatoio azzurro insieme alla nostra fonte abbiamo visto tutto in una luce diversa. Per noi una prima volta, dopo tanti libri scritti e prodotti, nel senso che è la prima volta in cui ci mettiamo al servizio del vero autore, aggiungendo di nostro la lingua italiana e la passione, senza infliggere le nostre considerazioni. Questa l’introduzione di un libro a cui abbiamo lavorato tanto e da cui ci aspettiamo tanto. Come tanto ci aspettavamo anche da Italia ’90…

IL NOSTRO MONDIALE

Italia ’90 è stato forse il Mondiale più brutto nella storia del calcio, ma rimarrà per sempre il nostro Mondiale. Quello di chi è stato giovane negli anni Ottanta ed è cresciuto nel mito del trionfo spagnolo di Bearzot e Paolo Rossi, sognando di vivere qualcosa di simile nel proprio paese. Sogni che per noi sono quasi diventati realtà con la Nazionale di Azeglio Vicini, una squadra che va ricordata al di là dei gol di Schillaci e dell’uscita sbagliata di Zenga.

Per questo quando uno dei ventidue azzurri di Italia ’90 è arrivato al millesimo aneddoto su quell’estate italiana e sulle sue notti magiche gli abbiamo proposto di scrivere un libro in forma di romanzo. Proposta accettata con relativo entusiasmo ed immediata invenzione di uno pseudonimo, Azzurro di Vicini, da cui ci dissociamo. Questa trovata serve (a lui, perché noi dall’inizio degli anni Novanta facciamo i giornalisti firmando con nome e cognome veri) per esprimere liberamente giudizi, senza passare per ingrato o traditore dei segreti dello spogliatoio. Non abbiamo certo problemi nel criticare Baggio o Vialli, ma forse ne avremmo se fossimo stati compagni di Baggio e Vialli.

Da questa fonte di prima mano arriva la storia di un gruppo di ragazzi schiacciati da una pressione insostenibile, che per un mese riuscì a entusiasmare e commuovere l’Italia. Quella di Vicini è stata infatti l’ultima Nazionale davvero sostenuta da tutti gli italiani, almeno fino a quella di Mancini che ha trionfato a Euro 2020. Una squadra formata da ragazzi nati negli anni Sessanta, nostri coetanei o di poco più vecchi, che avevano tutto per diventare campioni del mondo. Non lo sono diventati, evitandoci la retorica delle celebrazioni ma dandoci anche un dolore immenso. 

Italia ’90 è stato l’ultimo Mondiale a cui abbiamo assistito da studenti, l’ultimo di un pianeta con Germania Ovest, Unione Sovietica, Jugoslavia e Cecoslovacchia, l’ultimo della Prima Repubblica, l’ultimo in cui abbiamo creduto nel calcio perché già quello dopo lo avremmo seguito per lavoro. Trent’anni di giornalismo sportivo e la frequentazione con molti dei protagonisti ci hanno permesso di guardare con occhi diversi quel periodo di follia in cui niente sembrava più importante di Vicini e dei suoi giocatori, quando ogni loro sospiro veniva amplificato da un passaparola che valeva mille Twitter e mille Instagram. Non ci hanno però tolto quell’entusiasmo, quell’ingenuità, quell’ottimismo per certi versi ottusi ma senza cui non si può vivere.

Stiamo usando il plurale giornalistico e generazionale, ma il libro è in prima persona singolare. Perché è il racconto di uno che c’era, pur non essendo l’autobiografia di un campione: quel campione siamo stati tutti noi, con quel processo di identificazione che funziona fino a quando si ha l’età per immaginarsi calciatori. Da parte nostra abbiamo soltanto sistemato la lingua italiana, che comunque Azzurro di Vicini usa più che bene, e i riferimenti storici: nella sua versione originale date, nomi ed episodi erano raccontati in modo cronologicamente confuso. Pensiamo di avere rispettato l’unico ordine ricevuto, quello di non far passare il calciatore per intellettuale o uomo tormentato, ma come un essere pensante che soltanto a decenni di distanza si è reso conto della magia di ciò che abbiamo vissuto tutti insieme. Negli episodi in cui parla di sé abbiamo fatto usare ad Azzurro di Vicini la terza persona, come se fosse un immaginario ventitreesimo convocato, per proteggerne l’identità: i lettori più attenti, ed ovviamente i suoi ex compagni, la capiranno lo stesso. Nell’era di internet abbiamo dato per scontata una conoscenza minima della storia del calcio o comunque la possibilità di informarsi con un click: se citiamo Maradona non stiamo a spiegare chi sia stato Maradona, e il discorso vale anche a livelli più bassi.

Un libro giornalistico, che avremmo potuto scrivere noi da soli e che magari scriveremo in futuro ad integrazione di questo, sarebbe stato molto diverso: pieno di riferimenti alla cultura pop anni Ottanta, ai fatti di cronaca dell’epoca, alle altre squadre del Mondiale, alla politica sportiva e ad un mondo che stava scomparendo. Per non parlare delle citazioni letterarie e cinematografiche, come a voler nobilitare la materia. Azzurro di Vicini parla invece soltanto di sé stesso e della sua squadra: la cosa non deve sorprendere perché quasi tutti gli sportivi di alto livello sono così, non è che per eccellere nel loro lavoro debbano per forza studiare ed analizzare quello degli altri. Anche per questo il libro ci ha emozionato, portandoci dentro lo spogliatoio della Nazionale del ‘90: in certi momenti ci siamo sentiti Baggio, in altri Vialli, in altri ancora Donadoni, Schillaci, Zenga, eccetera, arrivando ad immedesimarci un po’ con tutti. Il nostro lavoro è stato soprattutto quello di scomparire, mettendoci al servizio del protagonista.

Perché questo libro è stato pubblicato solo nel 2021? Perché era il momento giusto: l’Europeo vinto dall’Italia di Mancini ci ha fatto rivivere un po’ di quel clima da notti magiche, soprattutto nelle tre partite giocate all’Olimpico. Perché nell’abbraccio di Wembley fra il commissario tecnico e Vialli, e nelle loro lacrime, c’erano tante cose non dette dal 1990. Perché con l’ottimismo degli anni Ottanta, visto che il 1990 ne fa culturalmente parte, volevamo cancellare l’orribile era Covid. Perché nel febbraio del 2018 al funerale di Vicini abbiamo notato più assenze che presenze. C’erano Bergomi, Ferri, Baresi, Maldini, la sua difesa e non può essere stato un caso, c’era Tacconi, nel Duomo di Brescia ci ricordiamo di aver visto anche Giannini e Serena. Gli altri forse erano ben nascosti. Le vittorie si celebrano e le sconfitte si spiegano, ma le occasioni perse sono sempre lì, ogni giorno, nella tua testa. E Italia ’90 è stata la più grande delle occasioni perse: cosa esiste di più grande del Mondiale di calcio a casa tua?

Il libro nasce da esperienze vissute, non da articoli scopiazzati qua e là o da affannose ricerche d’archivio: pensiamo che operazioni del genere, senza un’esperienza personale da raccontare, valgano zero. Questa non vuole quindi essere una storia completa del Mondiale, ma soltanto un racconto che ci riporti quei giorni di attesa e a quelle notti, magiche grazie anche alla Nannini e a Bennato, dal punto di vista di chi era in campo a lottare per noi. Quindi non ci sono cronache delle partite, non sono riportate dichiarazioni dei protagonisti, sono assenti le statistiche e quelle curiosità che sul web si possono trovare con facilità. Questa è la storia di chi c’era, nell’Italia di Italia ’90.

L’Italia del ’90 – Storia segreta del nostro Mondiale (Indiscreto), di Stefano Olivari e Azzurro di Vicini. In vendita in versione cartacea a 14,90 euro su Amazon e nelle librerie, dalla Libreria Internazionale Hoepli a tutte quelle che lo hanno ordinato, e in versione elettronica per Kindle. Qualsiasi libreria, edicola ed esercizio commerciale d’Italia può averlo in pochi giorni ordinandolo al nostro distributore in esclusiva, Distribook

 

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