L’insegnamento di Lady Gaga

21 Gennaio 2021 di Paolo Morati

L’esibizione di Lady Gaga per l’insediamento di Joe Biden sulle note dell’inno degli Stati Uniti d’America è stato uno dei momenti più alti di tutta la cerimonia. Al di là dei discorsi e della retorica necessaria in queste occasioni, la popstar italo americana (giusto sottolinearne le radici, con una dose accettabile di provincialismo) ha catalizzato l’attenzione mediatica, forse sorprendendo chi si ferma alla pura immagine di popstar.

Ora, che Lady Gaga sia una fuoriclasse dello spettacolo non dobbiamo certo dirlo noi. Al di là dei gusti per le sue canzoni, quello che ci ha colpito non è stata la ‘mise’ (comunque elegante e con alcuni messaggi come la colomba) con cui si è presentata e nemmeno la sua capacità vocale, bensì l’empatia e il coinvolgimento che è stata in grado di trasmettere mentre intonava The Star-Spangled Banner. Certo lei aveva sostenuto Biden, ma non sempre si riesce a trasmettere al pubblico ciò che si vuole.

È proprio su questo punto che ci piace insistere, invitando a rivederne l’esibizione, perfetta anche nelle ‘imperfezioni’. Tralasciando le tecniche – per gestire l’emozione con respirazione iniziale e sorriso, con cui abbiamo discusso proprio stamattina insieme a uno specialista che si occupa di comunicazione e linguaggio – quello che ci ha trasmesso è stata la grande empatia e l’orgoglio suscitato anche in chi americano non è.

Domanda: in Italia sarebbero possibili cerimonie di insediamento con queste caratteristiche? E quale voce potrebbe essere in grado di catalizzare l’attenzione intonando Il Canto degli Italiani (l’Inno di Mameli), al di là della storia, contenuti e andamento dei diversi ‘anthem’ in gioco, e del calcio, unico interesse nazionale unificante? Il punto non è la tecnica vocale o la qualità dell’inno, ma la credibilità. Qualcuno nel 2022 canterà, eventualmente, per Draghi?

Share this article