Cinema
Licinia Lentini
Indiscreto 12/03/2025

I 70 anni di Licinia Lentini sono l’occasione per parlare di un’attrice e doppiatrice che quasi mai ha avuto ruoli da protagonista, ma che fra 100 anni sarà ricordata più di Alba Rohrwacher. Fondamentalmente per due film, Vacanze di Natale e L’Allenatore nel pallone. Nel capolavoro dei Vanzina interpreta Moira, “La mandrilla di Porto Recanati, tipica marchigiana cabriolet. Sempre aperta“, addocchiata da un Guido Nicheli-Donatone sublime che chiede a Jerry Calà-Billo “Ma chi è quella maialona lì?” e poi di coprirlo con l’Ivana-Sandrelli. Su “Se te chiedo un milione te sembro esosa?” scatta sempre l’applauso. Nel film di culto, a scoppio ritardato, di Sergio Martino la Lentini è invece la moglie di Borlotti, il presidente della Longobarda, nonché amante di Speroni, il declinante capitano della squadra geloso del successo di Aristoteles. Meno celebrato è il passato televisivo della Lentini, che a inizio anni Ottanta era considerata una delle soubrette emergenti. Memorabile Studio ’80, varietà di un gigante come Antonello Falqui, condotto da Christian De Sica, varietà in cui la stella era Nadia Cassini ma Licinia Lentini si faceva comunque notare da noi tredicenni. Ospiti fissi di Studio ’80, programma che non ha fatto la storia della tivù ma che a noi piaceva (l’idea di base era trasportare vecchi miti in un ambiente da discoteca), erano Leopoldo Mastelloni e Franca Valeri, oltre a una divina Dionne Warwick. Ripetiamo, Dionne Warwick, oltretutto all’apice della fama mondiale e non in modalità ‘I migliori anni’. Quando l’intrattenimento puro non era per forza rivolto a un pubblico di subnormali.
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