L’estate di Pianigiani e Montella

10 Novembre 2017 di Oscar Eleni

Oscar Eleni fra i soliti miasmi del Forum di Assago, dove il posteggio costa quasi più del biglietto d’ingresso, che sta per essere invaso dai lottatori un attimo dopo l’uscita fra i fischi della squadra di basket. Meno 32 contro i lituani di Kaunas del genio Jasichevicius che nella gestualità ricorda tanto Obradovic. Notte umida per Armani, il suo seguito, i suoi giocatori. Soprattutto per Simone Pianigiani che ci ha ricordato, mentre chiedeva scusa alla proprietà e ai tifosi, per l’esibizione della sua compagnia di ventura, il Montella rossonero. Affinità elettive ed estate quasi simile. Tutti, a San Siro e al Forum, erano contenti della campagna acquisti, molti parlavano di rossoneri da Champions, tantissimi erano convinti che Armani avrebbe avuto le sue soddisfazioni anche in Eurolega. Per il Milan sapete come sono andate le cose. Non ci fosse stato il Sassuolo sarebbe stata una sosta azzurra per esecuzioni sommarie, stile balun.

Sulla Milano del basket tutti ottimisti fino al meno 32 con Kaunas. Diciamo la stessa atmosfera che aveva fatto diventare un orco Gelsomino Repesa. Anche lui era partito bene in eurolega e in campionato, pur temendo la tempesta Gentile che poi si è scatenata e ha complicato cose che già erano difficili da risolvere all’interno di una squadra con troppi doppioni e nessun leader affettivo vero. Per l’allenatore senese, a parte una velata contestazione per il suo passato di implacabile vincitore contro tutti, cominciando da Milano, baci ed abbracci. Un peana alla prima vittoria contro Barcellona che, come possono dirvi all’Efes, è squadretta di cuore che non nega a nessuno il primo bacio col successo. Società conquistata dalla sua forza lavoro, voce presidenziale per affermare l’impegno 24 ore su 24 (magari respirassero questi generali che amano la storia e sanno a chi dare la colpa, vedi Caporetto, quando le cose vanno male), giocatori conquistati: il Kalnietis che confessa di aver trovato famiglia nella stessa società che l’anno prima era solo un posto di lavoro. Chissà cosa ne pensa dopo essere stato strizzato bene bene dai suoi connazionali nel poco tempo che gli è stato concesso. Una notte per far cambiare idea a tutti quelli convinti che quest’anno Milano sarebbe stata gruppo, squadra, non come quella del Repesa e, persino, del Banchi. Uhm. Tanto per capirsi ecco l’ultimo titolone in rosa: Milano umiliata, un altro anno da buttare?

Si esagerava prima, si esagera adesso. Per il campionato discuteremo quando avremo scoperto una vera rivale. Sì, Bologna con un rinforzo può esserci. Avellino al completo può sperare. Venezia ha qualcosa di speciale anche costruita come l’hanno costruita dopo gli addii, cominciando dal Filloy. Ma sono sempre avversarie a distanza di sicurezza. Ehi, bel giovane, lo erano anche l’anno scorso e poi vinse la Reyer. Vero. Certo Milano dovrà cominciare a preoccuparsi se i musi lunghi renderanno triste ogni giornata di lavoro. Come ha spiegato il nuovo acquisto Jerrels, riportato a “casa”, si gioca e si decide per amore, ma anche per il business. Ecco, lui se ne andò per guadagnare meglio, ma ora torna volentieri dove si ricordano bene che tenne in mano il pallone decisivo a Siena mentre altri, meno affidabili, glielo chiedevano. Segnò. Diventò eroe. Ora si riunisce all’allenatore che lo ha avuto a Gerusalemme. Insieme sono andati bene, si capiscono. Intanto sta calando il rendimento di chi non pensava di essere messo in discussione. Succede. Se hai fortuna risolvi tutto in fretta. Bologna con Rosselli, capitano generoso, ha fatto così e tutti, giocatore compreso, ne saranno contenti anche se ci si domanda fino a dove arriva, o deve arrivare, la riconoscenza nello sport professionistico.

Milano e i suoi allenamenti troppo affollati. Non può andare. Brutta situazione per il gruppo Italia cominciando dal Fontecchio che, secondo la presidenza, carta canta, avrebbe dovuto essere la sorpresa dell’anno. Infatti non gioca mai. Colpa sua? Probabile. Vietato chiedere a Pianigiani, ripudiato da Azzurra, di essere il salvatore della causa “più italiani in campo”. Il suo lavoro sarà giudicato dai risultati, come sempre. Per ottenere i migliori, nel nome di chi lo paga così bene, farà sempre giocare quelli che gli sembrano i più forti. Punto. Il problema va risolto altrove con regole diverse, mentalità più aperte. Certo che alcuni giocatori in esubero a Milano farebbero la fortuna di altre squadre, magari tornerebbero anche più forti alla casa quasi madre che non li ha allevati ma affittati, ma su questo è inutile perdere tempo cercando colpevoli. La Lega è un centro abbronzatura per menti slegate.

A proposito, si teme per Cantù, grossi guai a Carimate e dintorni, ma non è la sola società in sofferenza. Non vorremmo un girone di ritorno con troppe anatre zoppe e mute. Intanto aspettiamo di capire come sarà davvero Milano quando recupererà Young, forse l’unico acquisto estivo discutibile perché sapevano tutti che aveva bisogno di tempo per recuperare da guai fisici molto seri. Vedremo.

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