L’estate della seconda casa

16 Giugno 2020 di Indiscreto

La seconda casa, indice di ricchezza o l’ennesima grana da gestire in una vita troppo breve? Mai come in questo 2020 abbiamo sentito persone felici di passare le vacanze in famiglia, in una casa acquistata o ereditata, però questa è un’estate più unica che rara e tante considerazioni smetteranno di essere valide quando il Covid-19 e la sua folle gestione politica, non solo in Italia, saranno un ricordo anche per il più ipocondriaco dei lettori del Corriere Salute, che potrà così tornare a tumori e ragadi.

La seconda casa, dicevamo. Il 18% degli italiani fa parte di una famiglia che ne possiede una, quasi sempre per motivi di vacanza a parte una minoranza (ne farà parte anche l’Uomo Indiscreto?) che si tiene uno scannatoio in città. Interessante una statistica che abbiamo letto su Altroconsumo: fra chi la seconda casa non la possiede, in prima persona o per interposto genitore, il 78% afferma che è così per mancanza di soldi e solo il 17% afferma di non essere interessato.

Le statistiche sul valore degli immobili sono sempre dopate dal fatto che molti siano letteralmente invendibili, soprattutto in piccoli centri lontani da rotte turistiche, e quindi mai messi sul mercato, ma non c’è bisogno di essere il signor Grimaldi o il signor Gabetti per sapere che quasi mai la seconda casa è un buon affare dal punto di vista strettamente finanziario. Non solo per il valore di mercato, ma anche per la super-imposta di registro in fase di acquisto e tutte le difficoltà di una gestione a distanza. Fra i contro della gestione metteremmo anche il carico di lavoro per la donna, che anche nel 2020 fa nella media più lavori di casa dell’uomo.

Fra i pro c’è invece senza ombra di dubbio la disponibilità di un bene, che spesso è più importante dello stesso uso. Sapere di avere il classico ‘posto dove andare’ dà a molti sicurezza, senza contare la possibilità di invitare amici e di non dover per forza programmare i propri periodi di riposo, a patto ovviamente di poter raggiungere la casa in auto. Nei pro inseriremmo anche l’abitudinarietà dei bambini e dei vecchi, che non amano ripartire da zero nel crearsi amicizie, e la possibilità di portare i propri animali senza chiedere il permesso.

Non c’è quindi una soluzione adatta a tutti, ma solo una preferenza personale. La nostra è in linea con il 17% prima citato: se avessimo tutti i soldi del mondo faremmo vacanze come Lavezzi a St. Barth (non è vero: doneremmo il 90% a canili e gattili, butteremmo il telefono e ci chiuderemmo in casa con Netflix, libri e pizze), certo non andremmo a cercarci sbattimenti.

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