Leonardo come Melissa Satta

12 Maggio 2011 di Antonio Cacopardi

di Antonio Cacopardi
Bravo capitan Zanetti. Non per le mille partite, però. Con le sue qualità da extraterrestre, bravo glielo diremo quando ne raggiungerà millecinquecento. Bravo per essere stato l’unico dell’ambiente Inter a saper rispondere ( “Non mi ha sorpreso” – detto alla fine di Inter-Roma – un sorriso e via) nella maniera
giusta al galantuomo Gennaro Gattuso.
Riguardo a quest’ultimo, nulla da dire: che altro ci si poteva aspettare se non che, con le mutande annodate e con la clava in mano, salisse in curva a sbraitare contro un suo presunto nemico alla prima occasione favorevole? Insomma, Gattuso ha fatto il Gattuso: è solo strano che dei grandi vecchi del Milan (Seedorf, Pirlo, Nesta, addirittura anche Ambrosini), gente che ha vinto quasi tutto e che ha pochi rimpianti, lui sia l’unico a chiudere la carriera in modo così penoso. Chiudiamo il capitolo Gattuso, anche su Indiscreto se ne è parlato tanto.
E veniamo a Leonardo. Paradossalmente è proprio la vittima, l’insultato Leonardo insomma, ad uscire peggio dalla faccenda. Oltre, con triste evidenza, il brillante entourage che dovrebbe assisterlo….. Fossi stato nel brasiliano, avrei aspettato tranquillamente la prima conferenza stampa utile e, alla immancabile domanda su quanto accaduto, avrei liquidato la faccenda con un semplice “Adesso, se non altro, avrete capito che non lo facevo giocare perché avevo intuito che il meglio di sé lo da fuori dal campo….” Gioco, partita, incontro e tutti a casa, chi bastonato, seppur impugnando saldamente la propria clava, chi con la sua superiore eleganza.
Invece, il bel Leonardo, oltre a servire sul piatto d’argento a Galliani la possibilità di una battuta sarcastica (“Non sono solito andare sul sito dell’Inter”), si è incredibilmente infognato in un patetico comunicato ufficiale, in un “dica pubblicamente cosa gli ho fatto” che, a dire il vero, più che ad un uomo di carisma, come dovrebbe essere un allenatore, a maggior ragione se siede su una panchina difficile e particolare come quella dell’Inter, lo fa assomigliare ad una Melissa Satta qualsiasi, che, davanti a tutti in televisione, si chiede per quale motivo sia stata lasciata (sai che danno!) da Christian Vieri. Peraltro, come tutti sappiamo, quest’ultimo, vicino di caverna di Gattuso, aveva pensato bene di mollarla tramite comunicato stampa (chi glielo avrà scritto?) piuttosto che, come è o dovrebbe essere d’uso, con una spiegazione, con due parole dette faccia a faccia, con una telefonata privata.
Stendendo un velo pietoso, doppio, su coloro i quali avrebbero il compito di curare, o almeno indirizzare, la comunicazione di un dipendente della società per la quale lavorano (lasciato solo, secondo vecchi schemi),
almeno fin tanto che comunica tramite il sito della società stessa, non resta che cercare di farsi un’idea un pochino più precisa proprio di Leonardo, al di là della sua figura alla moda, accattivante e gentile. Ebbene, mi sembra che, al fine della faccenda, abbia dimostrato di rispondere a logiche molto meno moderne ed evolute di quanto si potrebbe pensare. Come, peraltro, già ci suggerisce l’anacronistico calcio da oratorio che pratica (“ispirato a Telè Santana”…..) e che solo nel post Schalke l’Inter sembra aver messo da parte, si spera non temporaneamente, grazie ad una sorta di autogestione dei senatori dello spogliatoio che, a mio parere evidentemente, ormai quantomeno indirizza la gestione tattica della squadra.

Antonio Cacopardi
(in esclusiva per Indiscreto)

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