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Lendl-McEnroe, la grande sfida c’è già stata

Stefano Olivari 02/10/2014

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Abbiamo avuto la fortuna di vedere nel loro tempo 22 delle 36 sfide fra Ivan Lendl e John McEnroe in tornei veri (2 volte anche dal vivo, a Milano 1980 e Parigi 1988: nel giorno dei giorni purtroppo eravamo davanti alla televisione) e diverse altre (3 dal vivo) in quelle esibizioni che negli anni Ottanta vissero la loro età aurea con varie formule. Fondamentalmente è solo per questo che eviteremo di guardarli, rispettivamente 54enne e 55enne, il 17 di questo mese a Genova e il 18 ad Assago, in un minitorneo chiamato ‘La grande sfida’ che si articolerà in semifinali (a Genova) e finali (al Forum di Assago). Chissà quali risultati usciranno da McEnroe-Ivanisevic e Lendl-Chang: di sicuro, trattandosi di esibizione, sarebbe stupido da parte degli organizzatori non avere Lendl-McEnroe il giorno successivo come finale per il primo (difficile) o terzo posto. Ma gli stessi ex campioni lo sanno benissimo, come proprio SuperMac ha ben spiegato nella sua autobiografia: primo set in senza forzare, secondo set facile per lo sconfitto del primo, terzo set sul serio. Adesso abbiamo anche la variabile del risultato della prima partita, per generare una sfida interessante il giorno dopo. Ma chi è stato più forte fra Lendl o McEnroe, al di là degli Slam vinti e degli anni di carriera ad alto livello, che li pongono in sostanza sullo stesso piano? Siamo tentati di far scattare il ‘Di qua o di là’… Nessun dubbio invece su quale sia stata ‘La grande sfida’ fra le loro 36 (bilancio 21 a 15 per il ceco-americano), cioè la finale del 1984 al Roland Garros, con Lendl che rimontò 2 set di svantaggio al miglior McEnroe di sempre. Un Mac che sulla terra, superficie su cui si era formato nell’adolescenza al Queens, ha raccolto al di là di quella partita moltissimo meno di quanto fosse nelle sue possibilità: tre vittorie a Forest Hills, di cui 2 in finale proprio su Lendl (1984 e 1985), quando però non era più sede degli US Open e poco altro. Borg a parte, il cui ritiro ‘vero’ comunque data 1981, gli anni del miglior McEnroe (ad altissimo livello in declino da fine 1984) sono stati popolati da grandi specialisti della terra capaci di vincere anche altrove: Vilas, Wilander, lo stesso Lendl, e ad un piano inferiore Clerc, Gomez, Higueras, Sundstrom. Senza dimenticare il fratello maggiore Gerulaitis, non terraiolo ma capace di grandi exploit sulla superficie, Solomon, Pecci… Questo non toglie che con una preparazione fisica diversa, anzi proprio con una preparazione fisica (giudicava ‘fanatica’ la ex moglie Tatum O’Neal solo perché faceva jogging) al di là del doppio con Peter Fleming, McEnroe sarebbe stato un re anche a Parigi.

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