Lemmings, il salvataggio dei roditori

16 Febbraio 2021 di Paolo Morati

Lemmings è un videogioco che dimostra come sia possibile identificarsi in altre specie animali. Punto di partenza: migrando in gruppi estremamente numerosi i roditori ‘lemmini’ rischiano di morire. Ecco perché quando nel 1991 uscì un videogioco ad essi dedicato, Lemmings appunto, lo scopo era quello di salvarli assegnando loro le azioni giuste per uscire con un gruppo il più vasto possibile da ciascuno schema. E servendosi quindi di quelle abilità utili a cavarli fuori dai guai, scavando, perforando, piazzando esplosivi, scalando o lanciandosi con il paracadute.

I lemmings, raffigurati come buffi bipedi dai capelli verdi, già dal primo schema ti mettevano di fronte all’elaborazione di strategie per poter risolvere percorsi via via sempre più complessi e quindi uscirne fuori con il numero maggiore possibile di lemmini salvati. Impegnandoci in modo sempre maggiore come solo i grandi rompicapo sono in grado di fare. L’obbiettivo era quello di andare contro il luogo comune, secondo cui i lemmini nei periodi di carestia cercherebbero volontariamente la morte per far sì che ci siano meno bocche da sfamare. Non sappiamo come stiano le cose nella realtà, ma nel videogioco l’obbiettivo era quello di vivere. 

Lemmings, creato da DMA Design e pubblicato da Psygnosis, ottenne di fatto subito un grandissimo successo, con tante versioni ufficiali (la prima per Amiga) e cloni non ufficiali (addirittura portato su calcolatrici scientifiche) e seguiti, confermando come il connubio tra logica e semplicità dei comandi (fondamentale per la rapidità di azione il controllo tramite mouse o equivalente) fosse e sia ancora oggi una formula di grande successo. Con la possibilità e il fascino aggiunto di vederci le creature che preferiamo e per cui decidiamo di lottare.

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