L’eleganza di Donna Summer

18 Maggio 2012 di Alvaro Delmo

Con la scomparsa di Donna Summer se ne va anche un pezzo di storia della musica mondiale, quella che, emersa sostanzialmente negli anni ’70, ha assunto il nome di disco music. Da non confondere con la dance e i suoi derivati, si può far rientrare tale genere in un contesto dove a farla da padrone erano sostanzialmente archi e strumenti reali, con qualche incursione dei sintetizzatori.

Nel contempo se ne va però anche un modo di concepire il divertimento legato al ballo alla Tony Manero/John Travolta, dove La febbre del sabato sera e il mondo di club e discoteche avevano un fascino derivante da un mix inarrivabile di ambiente, musica e abbigliamento.

L’epoca dell’esplosione definitiva dei Bee Gees, nati con un altro genere e quindi in grado di calarsi perfettamente nella nuova realtà musicale e culturale diventandone uno dei simboli più importanti. Ma anche quella di un’eccentrica moda dove lustrini e pantaloni a zampa d’elefante erano la divisa d’ordinanza per scatenarsi in pista.

Donna Summer in tutto questo è stata capace, attraverso indimenticabili brani come Love to love you baby, I feel love o Once upon a time, di rappresentare alla perfezione diverse facce della disco music: ipnotica, sintetica, classica e di grande eleganza.

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