Legittima difesa: libertà di sparare a casa propria?

4 Maggio 2017 di Indiscreto

La legittima difesa comprenderà in Italia molti più casi rispetto alla situazione presente, anche prendendo in considerazione soltanto la formulazione soft del PD appena approvata alla Camera: potrebbe non essere punito, ferma restando la proporzione fra offesa e difesa, chi reagisce anche sparando a casa sua e di notte, a un assalto o a una minaccia a sé e alla propria famiglia. La Lega voleva una legittima difesa senza distinguo, riferendosi a qualsiasi reazione a casa propria, e anche Forza Italia con altri argomenti ha ritenuto blanda la proposta del PD e di AP, mentre senza una posizione chiara appaiono i Cinquestelle (ma più tendenti verso il PD). Contrari, con argomentazioni anti difesa privata, SI e MDP (dovremmo rifare il sondaggio sul fascistoide Muro delle Elezioni, con le nuove sigle). Al di là del dettaglio della legge e della casistica la questione politico-ideologica ed il nostro ‘Di qua o di là’ sono chiari come in poche altre occasioni: la reazione privata si può sostituire all’intervento della forza pubblica? È ovvio che stiamo discutendo di cosa accade o può accadere fra questi due poli estremi, con mille situazioni di confine, ma i punti di partenza sono totalmente diversi. L’impostazione culturale americana, secondo cui la casa e in generale la proprietà privata sono un piccolo stato che il titolare deve difendere, oppure quella europea secondo cui il cosiddetto, dagli scienziati politici, ‘monopolio della violenza’ è sempre dello Stato? Entrambe le impostazioni hanno evidenti pro e contro. Da una parte qualunque cretino, anche non delinquente, che rischia di giocare con le armi e dall’altra Caino che viene più tutelato, anche giuridicamente, di Abele. La scelta è quindi politica e qui le nostre opinioni sono per forza di cose più nette: libertà totale di difendersi a casa propria o no?

 

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