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Vuoti a perdere

Leggere e bruciare

Stefano Olivari 28/08/2008

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Oscar Eleni da Cantalupo del Sannio dove hanno deciso che non si può morire senza aver assaggiato i ravioli con ricotta, noci e tartufo estivo. Eh sì, esiste il tartufo estivo come dice il professor Vittori mentre analizza le falcate di Usain Bolt, mentre si lamenta della povertà del sistema Italia nell’atletica e, quindi, nello sport. Mancanza di scuola, di cultura, di tutto quello che serve per far crescere un ambiente e allora ci viene in mente che è questo il tartaro inattaccabile nel sistema del basket italiano. Si fanno girotondi per difendere il giocatore italiano che, da solo, si è visto, non è capace di farlo, ma si trascura il vero problema: noi non abbiamo più la base, la vocazione di base, non ci sporchiamo nella ricerca del talento, lasciamo fare alla natura, prendiamo quello che sembra grande, ma non riusciamo a vedere oltre. Tutti a lamentarsi. Non li fanno giocare accidenti, perché non giocano? Perché vogliono essere pagati molto bene e allora se devo pagare uno molto bene è meglio che sia molto bravo. I nostri non possono dimostrare di essere bravi perché hanno sempre davanti qualcuno che l’allenatore, spesso italiano, considera più bravo di loro. Voglia di rischiare zero, voglia di faticare meno di zero. Ora dicono che le grandi stanno programmando per avere vivai più forti. Bologna firma un quadriennale con il maestro Consolini, Zanca fa sapere a Milano che l’Armani non colonizzerà, ma cercherà collaborazione con tutti, Minucci firma un accordo con quattro società fiorentine per allargare il progetto Mens Sana. Chi può lavora davvero pensando al domani come dicono a Treviso, ma non tutti possono e chi ha la tributaria in casa è già tanto se farà una squadra che possa reggere almeno tre mesi, cioè il tempo necessario perché certi giocatori si rendano conto che gli stipendi non arrivano regolarmente.
In questa atmosfera lugubre imperversa la battaglia con i fiori, come dice il presidente Maifredi. Lui e il presidente ombra hanno già fatto sapere di essere pronti a decidere senza ascoltare Lega o GIBA, cioè società di serie A e associazione giocatori. Certo dovranno anche battersi lasciandoci credere che la fronda schierata dietro a Crotti, la fronda veneta, con lombardi in fuga dal centro con candidature nascoste dopo il solito rifiuto del Bulgheroni, fingendo di essere sereni perché, fatti veri conti, lui e l’ombra sono già sicuri della rielezione. Vedremo chi scenderà in campo e con chi. Certo bisogna lasciare che si riprendano quelli che sono andati a Pechino per lavorare, tipo Petrucci, l’uomo che decide per tutti, ma soprattutto per il basket, certo bisogna che qualcuno svegli il paziente italiano e lo avvisi che la Nazionale scherzi a parte rischia molto nella qualificazione europea e in questo modo resterà lontano da tutto, con poche speranze di essere recuperata per un probabile mondiale 2014 da organizzare in Italia visto che la Cina ha deciso di entrare nel conflitto e contro questo colosso sembra difficile salvarsi.
Dicevamo nazionale scherzi a parte e resta tale il giudizio anche dopo aver spezzato le alucce della Finlandia con il colpo di spada sferrato da Giuseppe Poeta che è la nostra risposta a Ricky Rubio, il diciassettenne spagnolo che ha lasciato tutti a bocca aperta nella finale olimpica contro gli americani in cerca di redenzione. Rubio al massimo delle responsabilità da quando aveva 15 anni. Poeta pilota di una squadra di seconda fascia in serie A, ma comunque pilota. Ora puntiamo su questa gente che non ha remore in testa, che non vive da ipocondriaca, che corre e crede in quello che sta facendo anche se questa vicenda di Vitali tenuto in aceto conferma che il talento bolognese è sempre stato un po’ difficile da amministrare e sarà un piacere vedere come Bucchi sistemerà la faccenda in una Armani dove l’affollamento nel settore uno-due fa credere che, conoscendo i tipi in conflitto, non sarà così facile e certo qualcuno riuscirà a spiegare perché nell’alveare è stato portato anche Hawkins offerto al pubblico come mastino della difesa, tralasciando la sua vocazione a sparare tiri impossibili con squadra sbilanciata come potrebbe dirvi il fegato di Repesa che ci ha messo moltissimo per convincerlo a giocare per la squadra e non per le curve di Roma.
La squadra scherzi a parte, con centri che non sono tali, con registi che lo sono soltanto in parte, con numeri tre che al massimo potrebbero fare il quattro, anche se nell’orgasmo teatino del successo sulla Finlandia il telecronista che ha sostituto Lauro o Mascolo è tornato fuori con la bufala del Mancinelli che l’anno prossimo potrebbe entrare nelle scelte NBA. Per fortuna Bonamico, che per il Mancio stravede, ha fatto subito fermare l’incauto spiegando che gli manca il tiro, gli manca molto. Certe cose bisogna capirle, metabolizzarle e forse è questo il problema di fondo cari Cassì e compagni, caro Ragazzi, perché i nostri giocatori insistono a credere nelle favole dell’agente a gettone, si convincono di essere quello che non sono. Diteci voi chi non punterebbe sull’italiano forte? Già, risponde il Recalcati, ma come diventano forti se non giocano? Intanto proviamo a vedere se si allenano e cercano di arrivare ad ogni nuova stagione con qualcosa in più, lo faceva Bird, lo ha fatto Drazen Petrovic, forse può capitare anche con qualche giocatore italiano e riconoscerete che il Mordente di oggi non è neppure parente di quello che Corbelli mandò via da Milano prima che Armani andasse a riprenderselo. Ci ha lavorato sopra, è migliorato molto, adesso è l’uomo garanzia del centrocampo azzurro e, pensiamo, pure di quello super del Piero Bucchi che deve lanciare l’Armani oltre la collina della stagione per conoscersi perché si accorgerà subito che Milano non è così paziente, anche se bisogna lasciare a tutti il tempo per lavorare ed ambientarsi. Bello dire un italiano sempre in campo, ma poi dallo sponsor che vuole gloria europea chi ci va a spiegare come stanno le cose? Certo anche lui sarà d’accordo se c’è da ricostruire, ma non a spese sue, lui ci metterà quello che sembra giusto per il ritorno dell’immagine. Ma non tutti sono in Europa, molti potrebbero rischiare subito. Fate i nomi dei molti e uniamoli a coorte per vedere se sono pronti. Pagelle e non se ne parlì più.
10 A vulcano SABATINI non certo per aver portato via Koponen alla concorrenza, non certo per l’esagerato livore nei confronti dell’altro cielo bolognese nel basket, ma per aver deciso di offrire a Giordano Consolini un quadriennale perché continui ad essere maestro d’armi nelle giovanili Virtus.
9 Al cavalier MINUCCI per aver allargato il mondo senese arrivando fino a dove la rivalità cittadina permetteva l’incontro con quattro società fiorentine. Questi sono fatti che dovrebbero interessare chi continua a non vedere che i campioni d’Italia sono campioni anche nel settore giovanile. Le basi sono queste, non esistono altre strade.
8 A Giuseppe POETA perché nel cuore di Azzurra scherzi a parte recita soltanto la parte che sente di poter interpretare senza andare dietro a chi continua nell’equivoco che già ha portato Recalcati nel fondo del barile durante l’ultimo europeo spagnolo. Rischiare adesso, raschiare subito, ma smettiamola di farci prendere in giro da chi come associazione è così duro per il benessere del sistema e poi davanti ai transfughi azzurri finge di essere impegnato per creare nuova sensibilità. E io pago.
7 Al CINCIARINI che qualcuno non ha voluto per la nuova Pesaro perché il tipo è almeno tosto, uno che non si tira indietro e che non ha il braccino, che poi sia uno da ribalta europea fermiamoci subito perché in questa qualificazione abbiamo perso anche contro l’Ungheria.
6 Agli UFFICI stampa che funzionano nelle società di serie A perché nessuno rinfaccerà loro quello che offrono adesso al mercato di un campionato dove tutti quelli che arrivano sembrano fenomeni scappati da mondi ostili per liberarsi del male nel paradiso del basket italiano dove si discute sul nulla, ma se c’è da fare una regola, tipo campi
decenti, con aria condizionata, visto che si continua a volere le finali a giugno, nessuno si muove rimandando alla prossima gestione. Hanno sempre fatto così e la Nazionale è l’esempio. Voi avete visto nello staff i famosi maestri dimenticati? Noi no.
5 A BELINELLI e BARGNANI perché continuano ad essere l’alibi per il sistema Italia, come se i due non fossero stati in campo ad Alicante e poi nello splash contro la Germania. Piantiamola di considerarli l’unico motivo per cui Azzurra andrebbe bene su Scherzi a parte piuttosto che sul campo.
4 Ad AITO RENESES, allenatore della Spagna d’argento, perché ha fatto un capolavoro con giocatori tirati su in gran parte da lui, ma poi ha deciso che era meglio non essere ipocriti prendendosi Malaga lasciata libera da Sergio Scariolo che presto troveremo in Italia. Tanta coerenza spiazza e mentre noi cerchiamo uno più colpevole dell’altro lui fa cose immense, anche se in molti lo hanno sempre considerato l’anello debole del Barca e poi della Juventut, gente che ha vinto un decimo rispetto a lui.
3 A Monta ELLIS grande di Golden State per essersi fatto male giocando con gli amici. Lui ci ha fatto capire che le remore di Belinelli per Azzurra erano soltanto scuse banali.
2 Alla FIBA Europa per averci costretto a guardare dentro il basket di serie B, a frequentarlo e anche e prendere schiaffoni. Un po‘ di cuore per nobili decadute che soltanto quattro anni fa giocavano per l’oro olimpico.
1 Ad Ettore MESSINA che, come Sacchi, costringe, i colleghi a prendere le distanze perché se dici che la Virtus Bologna è da primi quattro posti allora hai scuramente messo in angoscia il povero Pasquali, ma hai anche spaventato il resto del pollaio. Certo uno deve dire quello che pensa, ma poi deve anche pensare a quello che dice.
0 Al GIOCATORE italiano da mettere sempre in campo, il vero milite ignoto del sistema con regolamenti che non reggerebbero l’urto considerando le situazioni falli, meglio allora andare sulla barricata per togliere uno o due stranieri, ammesso che la legge europea lo consenta.

Oscar Eleni
Fonte: www.settimanasportiva.it

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