Le palle di Jerrells

12 Febbraio 2014 di Stefano Olivari

Gli ultras non guardano le partite, soprattutto quelle della squadra per cui in teoria (a volte la genesi di alcuni gruppi è artificiosa) tiferebbero. Lo sanno tutti e il discorso non vale solo per chi dà le spalle al campo. La vicenda dell’allenamento dell’Armani interrotto da una cinquantina di ultras della squadra (più di quanti ne abbiamo visti presenti venerdì sera al Forum, a occhio), che ha chiesto spiegazioni per l’atteggiamento contro Sassari nel quarto di Coppa Italia poi perso, è istruttiva. Come sa chiunque abbia seguito la partita, l’impegno dei giocatori non è mancato: a un certo punto, cavalcando Gentile e Lawal, sembrava che il più 16 potesse diventare un più 40, poi Banchi ha esagerato nelle rotazioni (il principale problema di chi ha 12 giocatori veri, in Italia l’Olimpia è l’unica che li ha) e la squadra di Sacchetti è riuscita a non crollare, nonostante un 1 su 14 nel ‘suo’ tiro da 3 punti, rientrando in partita poi grazie ad un Drake Diener fantastico e ad un Hackett mai visto così spaesato nel suo primo periodo milanese (molto male anche Moss). Che su una partita singola Sassari potesse farcela, proprio per caratteristiche tecniche, lo dicevano poi tutti. E allora cosa ha fatto arrabbiare gli ultras, posto che parlare di ultras nel basket faccia abbastanza ridere visto che è già tanto se ci sono spettatori? Secondo una spiegazione un po’ ‘telefonata’, il video del compleanno di Alessandro Gentile, non rubato ma postato da Gentile stesso su Instagram, 24 ore dopo la debacle in campo, e una ordinaria (nel senso che non ha mai vissuto come un monaco di clausura) foto di David Moss in discoteca. Questo link al loro sito, per farsi un’idea, con le ricostruzioni giornalistiche a disposizione sul resto del web. Tutto con un squadra prima in classifica (non una super-impresa, va detto, vista la concorrenza con le pezze sul sedere), che però in Eurolega sta facendo bene e in Coppa Italia è uscita contro un’avversaria che questi colpi li ha comunque in canna. Curtis Jerrells non ha esattamente un passato da NBA comoda (anzi, proprio nessun passato NBA, avendo solo sfiorato gli Spurs), conosce bene Belgrado e Istanbul, pur essendo americano sa cos’è il tifo organizzato. Il suo ‘prendete il pallone e giocate voi’, pronunciato durante il ‘confronto’, ha fatto arrabbiare anche alcuni tifosi normali, che ce lo hanno segnalato. In altri contesti sarebbe scattata la violenza, per sua fortuna Jerrells non è un terzino del Genoa. Al Palalido non si è andati al di là di uno scambio di parole forti e dell’annuncio di uno sciopero del tifo: insomma, gli editoriali anti-ultras sono degni di miglior causa, anche se qualcosa sta già circolando. Il punto vero è che la pallacanestro non è il calcio, da cui peraltro vengono molti di questi richiedenti impegno e ‘palle’. Non è solo tifo. Bisogna anche capirla, impresa difficile se si è vista la prima partita solo pochi anni prima. Come il presidente della squadra, del resto. Conclusione? Contestazione totalmente priva di senso e spazio mediatico dato alla vicenda semplicemente assurdo, visto che l’equivalente per Inter e Milan di solito va nelle brevi.

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