Calcio

Le motivazioni di Amantino

Stefano Olivari 02/02/2010

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Adriano Galliani vive nel calcio da 35 anni e di calcio da quasi 25, ha costruito grandi Milan con i soldi di Berlusconi e Milan meno grandi ma comunque vincenti quando il flusso è diminuito. Come dirigente di Lega è impresentabile, non solo per la squalifica di Calciopoli o perchè stoppa qualsiasi iniziativa contraria agli interessi di Mediaset, ma non ci viene in mente il nome di un dirigente migliore per il Milan. Premessa necessaria per dire che Galliani non può essere così stupido da avere ingaggiato senza trarne un qualche tipo di vantaggio un giocatore come Amantino Mancini.
Risolvendo un problema finanziario all’Inter e creandone uno tecnico a Leonardo, dandogli l’ennesimo giocatore di nome ma che ha già dato tutto. A quali condizioni, poi…al di là dell’ingaggio da pagargli fino a giugno, poi ci saranno (sarebbero) 5 milioni da pagare a Moratti per la comproprietà. Insomma, un’operazione che non sta in piedi: Mancini non potrà giocare in Champions League, come esterno d’attacco in attesa della guarigione di Pato è chiuso da Beckham e Ronaldinho, lo spunto (per non dire il peso) dei primi tempi alla Roma è solo un ricordo, in generale le referenze sono quello che sono (in giallorosso faceva poco spogliatoio, in nerazzurro ne faceva fin troppo) e gli occhi non sono esattamente quelli della tigre. Conclusione: al di là della possibilità che nei prossimi 4 mesi Mancini segni 20 gol (in un anno e mezzo di Inter ne ha fatti comunque due), il sospetto è che si tratti di un indennizzo per un’operazione del passato o di un anticipo per una futura che veda coinvolte le due milanesi. Diciamo la verità: non lo sappiamo e non lo sapremo mai, in assenza di microspie. Spiazzati comunque quelli del ‘Malumore alla Saras’ e del ‘Gelo da via Turati’, così come i tifosi che ancora ci credono. 
stefano@indiscreto.it

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