Le memorie di Battiston
11 Giugno 2008
di Stefano Olivari
Il cinquantasettesimo minuto: finora abbiamo raccontato una bellissima semifinale dei Mondiali di calcio, adesso comincia la “Leggenda di Siviglia”… Patrick Battiston è nato in Lorena come Michel Platini, e come il capitano dei Bleus milita per il Saint-Etienne, la squadra di tutti i francesi…Tanti altri sono i punti in comune di questi due grandissimi amici, anche fuori dal campo; entrambi disputeranno i 3 Mondiali della “Generazione Platini”, dall’Argentina al Messico (con loro anche Bossis e Rocheteau), ed entrambi vinceranno da protagonisti l’Europeo 1984, l’intesa in campo è perfetta, si conoscono alla perfezione, così quando Platini ha la palla Battiston sa che può partire sulla fascia certo di ricevere un passaggio perfetto, e viceversa, il capitano cerca sempre di servire il compagno in velocità per sfruttare le sue ottime doti atletiche.
È il 57’ minuto, da ormai dieci minuti la Francia ha in mano la partita, i tedeschi tentano senza successo qualche azione di alleggerimento ma Bossis riconquista puntualmente il pallone per lanciare i contrattacchi dei compagni…Platini riceve palla dal terzino del Nantes a centrocampo, con una finta evita Breitner, la difesa tedesca è piazzata male; Battiston non ci pensa nemmeno mezzo secondo e si lancia in profondità: l’esterno destro di Platini che lo va a pescare al limite dell’area è da cineteca, Battiston è solo, e la sua velocità gli ha permesso di lasciarsi Stielike e Kaltz alle spalle, Schumacher esce, gli si fa incontro minaccioso, ma la palla di Michel rimbalza perfettamente davanti a lui, non è impossibile tentare il pallonetto, il portiere è fuori dai pali…
Ma Schumacher non si sta lanciando in avanti per intercettare il pallone, sta correndo troppo forte perché possa fermarsi e fronteggiare il terzino del Saint-Etienne per evitare la rete…Battiston lo vede, capisce che le intenzioni di Schumacher sono violente, ma ancora un piccolissimo istante di vantaggio gli permetterebbe di arrivare primo sul pallone, per segnare una rete. Battiston però esita per quell’istante brevissimo, la mole del portiere gli si fa incontro minacciosa, entrambi stanno correndo troppo velocemente per evitare lo scontro, “proviamo ad evitarlo con un tocco di sinistro”: senz’altro Patrick deve aver pensato questo, l’idea è ottima, ma il piede trema e la palla, colpita con troppa timidezza, termina fuori di un soffio…sotto gli occhi dei giocatori, dell’arbitro e 75 mila del Pizjuan, che seguono col fiato sospeso la sua lenta rotolata che sfiora il palo.
Tutto il mondo sta seguendo quella palla, Harald Schumacher no, del pallone a lui non importa nulla, è nervoso e vuole soltanto colpire i francesi, è uscito a valanga con i suoi novantacinque chili per colpire il giocatore in maglia blu, meglio se procurandogli un danno fisico; l’impatto è terrificante, Battiston sta guardando il pallone e non fa in tempo a proteggersi, Schumacher invece salta voltandosi per colpire l’avversario con tutto il peso del corpo, come se stesse cercando di sfondare una vetrata. Battiston crolla a terra, trema visibilmente e serra il pugno, ma non è una reazione normale…
Passano due lunghissimi secondi, l’attenzione di tutti è sul pallone che termina fuori, ma subito dopo lo sguardo indietreggia di una decina di metri, ritorna sul numero 3 francese a terra, privo di sensi, lo scontro è stato terribile, e le conseguenze sono gravissime. Battiston è disteso immobile sul terreno di gioco, i compagni accorrono e subito vengono presi dal panico, Didier Six cerca di rianimarlo, Platini, Rocheteau e Tresor chiamano i soccorsi. Il dottor Vrillac sbianca, il polso di “Battiste” non risponde, si teme il peggio, una frattura delle vertebre cervicali, la squadra francese è presa dal panico, Schumacher intanto si allontana come se niente fosse, con un cinismo vergognoso che lo porterà poi ad affermare, negli spogliatoi “se può far piacere a Battiston sono pronto a pagare di persona il conto del dentista”. Il replay della televisione è impietoso, non ci sono dubbi sul fatto che Schumacher volesse deliberatamente colpire Battiston, nessun gesto per rallentare od attutire l’impatto inevitabile. Al contrario, il portiere del Colonia si gira per aumentare lo slancio, la forza d’urto che colpisce Battiston in pieno volto.
Termina il replay, e si vede lo stesso Schumacher pronto a riprendere con un rinvio da fondo campo e visibilmente spazientito per l’interruzione del gioco. Tutti i medici sono ancora in campo intorno a Battiston cercando di fargli riprendere conoscenza anche praticandogli un massaggio cardiaco; Schumacher però non volge nemmeno per un istante lo sguardo a ciò che sta avvenendo a cinque metri da lui. Centoventi secondi, il tempo in cui Patrick Battiston resta svenuto sul prato, prima che il dottor Vrillac riesca a rianimarlo, lo caricano su una barella, Platini lo accompagna fuori tenendogli la mano, da capitano vero, da grande amico. Corver intanto non fa una piega e fa segno di ricominciare, Janvion lo insulta: “c’è un ferito grave, al diavolo la Coppa del Mondo!”, ma le proteste dei francesi sono tuttavia deboli.
Più che l’indignazione e la rabbia per l’intervento abominevole del portiere, i sentimenti, fortissimi, che stanno travolgendo Platini e compagni sono la paura, il panico, ed il terrore per il dramma sfiorato, a nessuno viene in mente di fare il giustiziere con Schumacher che intanto tenta di fare la foca (con pessimi risultati) con la palla, cercando di distrarsi come uno che sa di averla combinata grossa e vuole cancellare immediatamente dalla propria mente quello a cui stanno pensando tutti gli spettatori intorno a lui…Platini è sconsolato tanto è assurdo quello che ha appena visto, Corver chiama una barella con ampi gesti. La barella, probabilmente nascosta nelle cantine del Pizjuan tanto ci mette ad arrivare, viene portata con notevole impaccio da due poliziotti della Guardia Civil, rallentati dall’instabilità del tricornio d’ordinanza. Battiston viene portato alla clinica “Sagrado Corazon” di Sevilla, dove passa la notte in osservazione; la mattina dopo, visibilmente scosso, lamenta un forte mal di testa e ai denti: nello scontro con Schumacher ha perduto un incisivo e due molari oltre ad aver subito una commozione cerebrale, e per questo motivo si esprime con difficoltà davanti ai giornalisti…Vrillac spiega che ha perduto conoscenza per dieci minuti e la memoria per oltre un’ora…
I ricordi sono assai vaghi: “Ricordo che stavo correndo verso la porta, che Michel mi aveva dato una palla splendida dalla destra, che Stielike mi pressava e Schumacher mi veniva incontro…poi ho un buco…ho fatto il pallonetto vero?” – “sì Patrick, ma è terminato fuori, di poco…” – “Peccato… mi ricordo qualcuno che mi diceva di stendermi sull’ambulanza, ecco tutto…quando ho ripreso conoscenza ero negli spogliatoi con a fianco Philippe Mahut (il difensore dello Strasburgo trascorrerà accanto a lui la notte in ospedale), che mi diceva che stavamo vincendo 3-1…non ci potevo credere, mi sentivo come nella nebbia, in un sogno…sognavo che contrastavo Forster, che rubavo la palla a Briegel, che tiravo in porta di sinistro (tutte azioni effettivamente svolte da Battiston nei nove minuti giocati)…e infine che mi involavo verso Schumacher…ma poi non ricordo nulla…è una sensazione curiosa”. Si tocca la mascella Battiston, si passa la lingua sui denti spezzati…lo sguardo è triste: “Che peccato averla persa…c’eravamo così vicini…chi ha sbagliato i rigori?” – “Stielike, Six e Bossis” – “Come? Stielike ha sbagliato il suo? C’est trop bête…”
Probabilmente, in un’azione così veloce, nessuno ha badato allo scontro tra i due giocatori, e, colpevolmente, nemmeno l’arbitro che avrebbe dovuto, senza alcun dubbio, espellere Schumacher ed assegnare il calcio di rigore. Al contrario si riprende con una rimessa da fondo campo e con Hidalgo costretto a far entrare Christian Lopez, giocatore intelligente e di esperienza ma inadatto ad u
Carlo Maerna
carloblacksun@hotmail.com
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