Le energie di Giuni Russo

23 Settembre 2013 di Paolo Morati

Giuni Russo - Energie

E’ stato di recente ristampato di nuovo in CD Energie, disco di Giuni Russo pubblicato in origine alla fine del 1981. Primo frutto della collaborazione con Franco Battiato che, affiancato da Giusto Pio, in quel periodo tramutava in oro tutto ciò che toccava (vedi anche le collaborazioni con Alice e Milva) nella sua versione originale durava appena 25 minuti per otto brani scritti tra gli altri con il contributo anche dalla stessa Russo, di Maria Antonietta Sisini e Alberto Radius.

Di fatto Energie sintetizza al meglio una fase di sperimentazione e innovazione, estremizzando il Battiato che osa e non è geloso del suo ingegno ma lo mette al servizio di chi può trarne realmente frutto. Quella felice commistione tra modernità e classicismo, tra mondi lontanissimi che si uniscono per dar vita a qualcosa di rigoroso e originale. E Giuni Russo in questo caso assorbì sì, rielaborando e compartecipando nel contempo a modo suo e facendosi comunicatrice di se stessa, liberando la sua voce senza farsi lo scrupolo di stupire. Ad ascoltarlo oggi, passati oltre trent’anni, non si può non rimanere colpiti dalla attualità che ne deriva, confermando nel suo incedere l’impressione di trovarsi di fronte a qualcosa di sonoramente importante.

Lettera al governatore della Libia inaugura in modo solenne Energie, con quei violini così cari a Giusto Pio che l’anno successivo pubblicherà il suo Legione Straniera, per poi spegnersi nella marzialità de Il sole di Austerlitz. Tutto lo stress di una Crisi metropolitana viene invece gridato nell’omonimo brano. La quiete melodica ritorna in Atmosfera, che disegna e chiude il Lato A dell’album (scusate, ma a noi piace continuare a ragionare come ai tempi del vinile).

Il Lato B si apre con la splendida L’addio, probabilmente il brano più emozionante di Energie, tra frenate e accelerazioni, con quel suo finale solenne sulle modulazioni vocali di Giuni Russo e la chitarra di Radius. Una vipera sarò è invece di una modernità assoluta, tanto che alcune trovate sonore le ritroveremo attuali ancora molti anni dopo. L’attesa precede malinconicamente, nella sua descrizione di esperienza, la degna chiusura di Tappeto volante, dove le tastiere di Filippo Destrieri si inseriscono in un finale un po’ troppo sfumato.

L’uscita di Energie precedette all’epoca, di qualche mese, la storica Un’estate al mare che molti ricordano come “il grande successo” di Giuni Russo. L’invito è invece quello di andare oltre e cercare nella sua discografia le tante tracce di un percorso che negli anni l’hanno portata a mostrare una profonda sensibilità, non solo artistica.

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