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Calcio

Laterali e figurine

Luca Ferrato 26/03/2009

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di Luca Ferrato

Incredibile ma vero, ogni tanto si trovano anche articoli che non parlano di calciomercato. Purtroppo questo, scovato sul sito del Guardian e scritto da Jonathan Wilson – quello di “Inverting the Pyramid” di cui abbiamo parlato qualche settimana fa – non lo abbiamo letto su un quotidiano italiano ma ci è particolarmente piaciuto. Wilson fa giustamente notare come si parli spesso di fantasisti o attaccanti e anche da noi quando si parla del dio calciomercato (cioè tutti i giorni) i nomi sui quali si discute sono sempre quelli: Diego servirà alla Juve? E’ Adebayor l’attaccante giusto per il Milan? Aguero potrebbe mai colmare quell’enorme vuoto che lascerebbe una eventuale partenza di Ibrahimovic? Con tanti saluti agli altri ruoli, come quello dei terzini di fascia o i laterali di difesa, chiamateli come volete: il numero due e il numero tre di una volta. Wilson fa notare come le ultime squadre che hanno vinto i Mondiali abbiano avuto sempre laterali molto forti, che sono stati determinanti durante la competizione iridata: Jorginho e Branco nel Brasile 1994, Thuram e Lizarazu nella Francia 1998, Cafu e Roberto Carlos nel Brasile vittorioso in Giappone-Corea nel 2002 e i nostri Zambrotta (quello del Mondiale, non l’attuale) e Grosso nell’Italia del 2006. D’altra parte anche la stessa Olanda degli anni ’70 era resa “totale” proprio dalla capacità che avevano i due laterali di difesa (Suurbier e Krol) di spingersi all’attacco, dando così l’impressione di una squadra che occupava tutte le zone del campo. In effetti lo faceva, oggi quasi tutti i terzini attaccano e ci viene più difficile capire cosa fece quell’Olanda in un periodo nel quale non era così usuale per gli uomini di difesa spostarsi in attacco. Wilson ci porta altri due esempi per far capire quanto il ruolo sia fondamentale, soprattutto nel calcio moderno. La Russia agli scorsi Europei è stata spettacolare e brillante, grazie sicuramente alle giocate di Arshavin e ai gol di Pavlyuchenko: ma il lavoro fatto dai due laterali Anyukov e Zhirkov è stato importantissimo. Questo è stato ancor più evidente quando i terzini sono stati bloccati nella partita di semifinale persa contro la Spagna. L’attaccante iberico David Villa si è infortunato al 34° minuto del primo tempo e il suo posto è stato preso da un centrocampista, Cesc Fabregas. In quel modo la Spagna è passata da un 4-1-3-2 a un 4-1-4-1. Così facendo altri due centrocampisti come Iniesta e Silva hanno avuto maggiori possibilità di allargarsi e poter così arginare le avanzate dei due laterali della squadra di Hiddink, che nello stesso tempo si dovevano maggiormente preoccupare dell’avanzata dei centrocampisti spagnoli. Altro esempio? Inter-Manchester United, ottavo di finale di Champions giocato a San Siro. La sofferenza nel primo tempo dell’Inter – che era sul punto di crollare- è stata evidente a tutti, sia a chi era allo stadio sia a chi guardava la partita a casa davanti alla tv. Alex Ferguson a sorpresa non ha schierato Rooney dall’inizio e al suo posto sulla fascia sinistra d’attacco ha inserito il coreano Park. Questo aveva anche lo scopo di arginare Maicon, che tutti sanno l’importanza che ha nel gioco d’attacco dell’Inter. Park dava anche la possibilità di far avanzare Evra, che a nostro avviso è stato uno dei migliori nel primo tempo di San Siro. Contromossa di Mourinho nel secondo tempo: fuori l’imbarazzante Rivas e dentro Cordoba, che ha dato più stabilità alla difesa e ha permesso a Cambiasso di non fare il difensore centrale aggiunto. Spostamento quindi di Javier Zanetti sulla destra per dare una mano a Maicon e soprattutto per arginare le avanzate del laterale francese del Manchester United. Prima abbiamo fatto riferimento al calcio totale olandese, ma sicuramente l’importanza dei laterali di difesa in grado di attaccare era stata evidenziata molto prima. Alcuni prendono ad esempio il Brasile del 1958 con il suo schema 4-2-4, ma quando si parla di tattiche e storia ovviamente tutto è molto opinabile. Quello che ci preme sottolineare – e lo fa ovviamente anche Wilson nel suo articolo – è che in sede di calciomercato oltre a scatenarsi sui vari Messi, Ribery, Rooney e Fernando Torres, un occhio di riguardo lo si dovrebbe dare anche a giocatori come Lahm, Anyukov, Evra e Dani Alves, che potrebbero risolvere problemi a più di una squadra trasformando in campioni centrocampisti e attaccanti con qualità normali. Poi il marketing editoriale, a tutte le latitudini, impone di fare i titoli su chi ha deviato il pallone in gol sulla linea di porta con lo stinco. Più grave è che questo calciomercato da figurine sia nella mentalità anche di tanti dirigenti: quante volte abbiamo letto dichiarazioni del tipo ‘noi quella cifra per un difensore non la spendiamo’?
ferratoluca@hotmail.com
(in esclusiva per Indiscreto)

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