Attualità
Lasciamo fallire la Banca Popolare di Bari
di Indiscreto
Pubblicato il 2019-12-15
La Banca Popolare di Bari, gestita per decenni malissimo dai privati, una banca quasi a conduzione familiare (gli Jacobini), sta per essere nazionalizzata e quindi salvata con i soldi degli italiani. Questa l’idea di Luigi di Maio, espressa in un’intervista al Corriere della Sera, e largamente condivisa all’interno del governo. La domanda è una e una sola: ma cosa ce ne frega se la Banca Popolare di Bari fallisce? La risposta sensata è una sola: non dovrebbe fregarcene niente.
Di Maio che ricorda ‘i conti correnti dei pugliesi’ fa demagogia pura, visto che fino a 100.000 di liquidità i conti correnti sono coperti dal fondo interbancario di garanzia, e chi lascia più di 100.000 sul conto di una banca che da anni è sull’orlo del fallimento, fra operazioni spericolate e crediti agli amici, merita di perderli, i suoi soldi. Altro che la retorica sui risparmiatori. Per non parlare di quella sugli azionisti, che mettono in conto (o dovrebbero) fin dall’inizio che il loro è capitale di rischio.
Non è però questa l’idea di Conte, che ha parlato di Banca del Sud da creare sulle ceneri di questo fallimento e fatta finanziare dal Mediocredito Centrale, che è di Invitalia e quindi del Ministero del Tesoro e quindi degli italiani. Quanto a Salvini, la Lega è sempre stata interventista per quanto riguarda le banche e quindi non si opporrebbe all’ennesimo salvataggio a fondo perduto.
Sono evidenti le analogie con il caso delle banche venete, compresi i ‘suggerimenti’ per l’acquisto di certe azioni o obbligazioni in cambio di mutui o prestiti. In ogni caso sfugge l’utilità pubblica di pompare nell’immediato un miliardo di euro in questa operazione, per una realtà che ha 2 miliardi di crediti deteriorati e 3.000 dipendenti, senza contare tutto ciò che il commissariamento farà emergere. Dando il miliardo ai 3000 dipendenti ognuno di loro potrebbe ripartire con 333.000 euro…
E la banca sarebbe lasciata al suo destino fallimentare, visto che non è che in Italia manchino le banche. Sullo sfondo la solita mancata vigilanza (o peggio, visto il ruolo avuto nell’acquisizione di Banca Tercas) della Banca d’Italia, che nell’Europa della BCE non riesce a svolgere bene nemmeno i pochi compiti che le sono rimasti.