L’ambizione di Luca Gotti

6 Novembre 2019 di Indiscreto

Luca Gotti vuole fare per tutto il resto della sua carriera l’allenatore in seconda, all’Udinese o altrove, e questa sua posizione destabilizza chi dà per scontato che sia obbligatorio andare sempre avanti, senza mai essere soddisfatti di ciò che si ha ma soprattutto di ciò che si è. L’esonero di Tudor permette quindi un discorso che va al di là del calcio.

Intanto diciamo subito che dopo il successo sul Genoa Gotti sarà sulla panchina dell’Udinese anche domenica, contro la Spal. Poi durante la sosta per le nazionali si vedrà: se Gotti continuerà nel suo grande piccolo rifiuto allora sarà davvero il turno di uno fra i vari Zenga (favorito), Ballardini e Colantuono, tanto per citare i tre con maggiori chance.

Il cinquantaduenne Gotti piace ai Pozzo non per le rivoluzionarie idee tattiche (fra l’altro con il Genoa si è visto lo stesso 3-5-2 di Tudor), ma perché ha buoni rapporti con tutto lo spogliatoio, a partire da De Paul e proseguendo con quelli meno amati da Tudor, come Pussetto e Mandragora.

Va detto che Gotti il capo allenatore lo ha anche fatto e non soltanto in squadre giovanili. Certo è che le sue due esperienze a un buon livello, con Treviso e Triestina, si sono entrambe concluse con rapidi esoneri. Più soddisfazioni ci sono state nel fare il vice di Donadoni al Cagliari, al Parma e al Bologna, o il vice di Sarri l’anno scorso al Chelsea.

Non c’è niente di male nell’essere Tassotti o Peter Taylor, anzi è un segno di intelligenza capire che fra le proprie qualità c’è la competenza calcistica ma non la capacità di trasferirla a un gruppo di 25 professionisti, tutti convinti di essere fenomeni. E nessuno di quelli dell’Udinese lo è.

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