L’amaro e il conto

13 Luglio 2009 di Alec Cordolcini

di Alec Cordolcini

Inter. Ceccarini, l’infortunio di Roma, Hector Cùper, il 5 maggio. Ma anche il Pallone d’Oro, la Coppa Uefa, la solita valanga di gol (infortuni permettendo) e l’affetto smisurato di un presidente e di un’intera tifoseria. Ronaldo e l’Inter sono un romanzo già scritto e raccontato in mille modi, fiumi di inchiostro e di parole su una storia bella, intensa ma senza lieto fine. I passi migliori si leggono all’inizio del romanzo, con quelle 25 reti spalmate in 32 partite di campionato, record assoluto per un esordiente in Serie A, alle quali si aggiungono tre centri in Coppa Italia (una tripletta al Piacenza nell’ottobre ’97 che sancirà la nascita ufficiale del soprannome “Fenomeno”) e 6 in Coppa Uefa, incluso il timbro nella finale contro la Lazio dopo aver messo a sedere il portiere Luca Marchegiani con una serie di finte ubriacanti. A Milano scoppia la Ronaldo-mania, anche se manca la ciliegina sulla torta dello scudetto, perso dall’Inter a favore della Juventus dopo un contestatissimo derby d’Italia che ha innescato polemiche e veleni a non finire. Ronaldo si vede sfilare anche il titolo di capocannoniere da Oliver Bierhoff dell’Udinese, consolandosi però a livello individuale con la vittoria del Pallone d’Oro, del premio quale miglior giocatore della Serie A e del Bravo, il riconoscimento assegnato dal settimanale Guerin Sportivo al miglior talento mondiale della stagione. L’Inter di Simoni non gioca un calcio particolarmente attraente, ma è solida e tignosa quanto basta per risultare competitiva sia in Italia che in Europa. A fare la differenza ci pensa Ronaldo. Il 21 ottobre 1998 il brasiliano realizza la sua prima rete in Champions League, infilando a San Siro Filimonov dello Spartak Mosca in un incontro vinto 2-1 dai nerazzurri. Il cammino dell’Inter, impreziosito anche da una vittoria contro il Real Madrid, si ferma ai quarti di finale al cospetto del Manchester United. Un’uscita a testa alta come raramente avverrà negli anni a seguire, specialmente durante la gestione Mancini. Eppure il gioco non brillantissimo era costato la panchina a Simoni, probabilmente l’unico allenatore al mondo ad essere cacciato dopo aver battuto il Real Madrid (ma anche l’ultima partita prima dell’esonero, contro la Salernitana, si era conclusa con i tre punti per l’Inter). La stagione successiva il mondo sportivo inizia però a fare conoscenza con l’altro comune denominatore, oltre ai gol, della carriera di Ronaldo, ovvero gli infortuni. Il 21 novembre 1999 contro il Lecce il brasiliano subisce la lesione del tendine rotuleo del ginocchio destro. Rientrerà sei mesi e un intervento chirurgico dopo, in Coppa Italia contro la Lazio, dove però passano solo sei minuti e il ginocchio cede nuovamente, causando la rottura completa del tendine. Ronaldo riemerge dal buco nero dell’infortunio nella seconda metà della stagione 2001-2002, trovando sulla panchina dei nerazzurri un Hector Cuper deciso a centellinare il suo rientro in campo per evitargli nuovi problemi fisici. Un rapporto difficile, quello tra il brasiliano e il tecnico argentino, destinato a rompersi definitivamente il 5 maggio 2002 quando l’Inter perde all’ultima giornata, in casa di una Lazio già sazia, uno scudetto che sembrava ormai cucito sul petto. L’immagine di Ronaldo, comunque non esente da colpe in quella disgraziata partita, in lacrime sulla panchina dopo essere stato sostituito, vale più di mille parole. Quelle che non serviranno a Moratti per convincere il suo pupillo a rimanere ancora a Milano agli ordini di Cuper. L’ultimatum non ammette soluzioni conciliatorie, l’offerta del Real Madrid è allettante, le condizioni fisiche del Fenomeno nascondono sempre un forte punto interrogativo. Ronaldo fugge dall’Inter, e dall’Italia, nella notte. Vi ritornerà anni dopo per indossare la casacca del Milan. L’interista Severgnini conierà per lui il nick di “Coniglio Mannaro”, un soprannome che nella sua perfidia rende perfettamente l’idea di quanto amaro sia rimasto in bocca ai tifosi dell’Inter. (4-continua)
(in esclusiva per Indiscreto)
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