L’addio di Recoba su calcio d’angolo

25 Ottobre 2020 di Paolo Morati

Il gol su calcio d’angolo è uno dei sogni di tutti i bambini appassionati di pallone. Noi ci ricordiamo ad esempio il mito di Massimo Palanca, icona del Catanzaro fine anni Settanta/inizio Ottanta e soprattutto simbolo per noi di quel tipo di rete. Insomma se Mennea era la velocità Palanca era il tiro dal corner, avendone trasformati in gol ben 13 in 20 anni di carriera.

Ma cosa c’entra il giocatore marchigiano con il nostro appuntamento settimanale con Alvaro Recoba? Presto detto e quasi ovvio: il fatto che anche lui di gol su calcio d’angolo ne ha segnati diversi e ispirati tantissimi altri, visto che le sue traiettorie dalla bandierina creavano spesso e volentieri scompiglio nelle aree avversarie. Qualcosa che gli smemorati fanno fatica a ricordare mentre oggi magari imprecano contro giocatori (o magari li osannano anche) che non riescono a calciare in modo decente, tirando direttamente fuori o a un’inutile mezza altezza.

Il Chino, al contrario, spesso tentava la sorte ipnotizzando con il suo sinistro i portieri che non si aspettavano di trovarsi la palla diretta verso la rete. Lo fece per tutta la sua carriera compresa la sua chiusura in Uruguay, straordinaria ad esempio la marcatura con la maglia del Nacional contro il Wanderers nel 2014. Ma su calcio d’angolo fu anche il suo ultimo gol in maglia nerazzurra, il 29 aprile 2007, contro l’Empoli,

È il 14’ del secondo tempo, il numero 20 si porta ad altezza bandierina e la sua traiettoria mancina inganna il portiere Bassi. È il gol del 2-1 per l’Inter, già campione d’Italia, ma soprattutto un saluto a San Siro che solo un giocatore oltre gli altri poteva fare a un pubblico che ha diviso e unito più e più volte. Questo è genio, il resto sono storie.

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