La Vuelta buona

1 Settembre 2008 di Stefano Olivari

1. La terza corsa a tappe al mondo, s’intende dal punto di vista italiota, passa sempre in secondo piano rispetto all’ennesima smentita, richiestissima, di una non notizia (la passata frequentazione di Mario Cipollini da parte di Magda Gomes: “Molto simpatico, ha un bell’accento toscano. Ci siamo incontrati come amici”) o all’ultima sul futuro di Riccardo Riccò, che avrebbe valutato meglio l’opportunità di partecipare a un reality show, dopo aver appreso l’entità della sua squalifica (un anno alla meno peggio). Nel frattempo, al presente, Vuelta a España con i vincitori di Tour e Giro 2008, nonché con il campione del mondo. Tra gli altri iscritti, anche Alejandro Valverde Belmonte, Tom Boonen e Oscar Freire Gomez. E d’altronde l’evento Unipublic non trae solo vantaggi, dalla collocazione in calendario a ridosso del Mondiale. In basso all’Alto de Angliru, tredicesima tappa di ventuno, si farà presto il conto di chi c’è, di chi non c’è e di chi ci fa. Alberto Contador primo a Madrid risulterebbe uno dei cinque, nella storia, con doppia maglia gialla e una rosa.
2. “A Praga farà caldo? Fiorentina con Osvaldo”. Rispondendo per le rime al titolo della settimana – il migliore di una verdellea, già rosea, mai così ispirata (giornale di mercoledì 27/8) – ben altre domande sorgono spontanee: sarà o non sarà ventilato, Nazionale Mondiale senza Pozzato? E se a qualcuno il ct darà buca, questo qualcuno sarà Di Luca? Ma se dai Ronchi saliranno controllati, sempre bene portarsi Bennati? Mancano ancora ventidue giorni alla rassegna iridata di Varese (23-28/9). Franco Ballerini li trascorrerà anzitutto selezionando le questioni di fondo da risolvere, per la formazione ideale di una squadra azzurra all’altezza dei precedenti, Salisburgo 2006 e Stoccarda 2007. Poi isolando gli elementi di disturbo e aggregando quelli d’interesse, prima categoria di talentuosi con ambizioni da capitano, seconda di faticatori con mentalità gregaria. Gli uni da rispettare troppo per convocarli a tirare ai 100 dall’arrivo, gli altri chiamati apposta a far quello, già in partenza. A Bettini mancheranno le gambe? Rebellin e Cunego, le alternative meno strambe.
3. Plouay. Facile fare previsioni, nel capoluogo ciclistico del Morbihan (ma forse della Bretagna, forse della Francia). “Domani variabile, tra una settimana variabile, tra un mese variabile, tra un anno variabile. Variabile, come sempre” così si sbilancia parlando del tempo e del più e del meno, gli occhi al cielo, uno dei duecento volontari della 3 Jours e non solo, festa delle due ruote e di un mondo a parte, dal 1931. In programma, anch’esso variabile di anno in anno: sabato ciclosportiva, pista, Vtt, podistica, torneo di bocce (montepremi 4088 €) e danze popolari, domenica mattina gli Élite, domenica pomeriggio le donne, domenica sera folklore brasiliano e fuochi d’artificio, lunedì i professionisti, martedì il torneo di pétanque (montepremi 2212 €). “Difficile non piova, all’Ouest-France” scruta l’orizzonte per la Settimana Sportiva il presidente del Comité des fêtes, Patrick Fernandez. Non pioverà. Primo Pierrick Fedrigo secondo Alessandro Ballan, nell’ordine. Dopo il numero di Fabiana Luperini. In un clima sereno, serenissimo, serenissimamente incasinato.
4. Sanremo. Sorpresa: una pista ciclopedonale degna di questo nome. Effettivamente pista ed effettivamente ciclabile, in tutto e per tutti (biker, stradisti e graziellisti). Superficie in asfalto, larghezza della carreggiata 4 m, corsia riservata ai pedoni, segnaletica orizzontale, piazzole di sosta con fontanella e panchine. 24 km da San Lorenzo al Mare a Ospedaletti, sul tracciato della linea ferroviaria traslata all’interno (come da Prusst Programma di Riqualificazione Urbana e di Sviluppo Sostenibile del Territorio, approvato nel 2001). Alla ricerca del tempo perduto – in passaggi di proprietà, dell’azienda costituita per la realizzazione del progetto – mentre la cantierizzazione procede, la consegna dei lavori rimane un terno al lotto. Appunto, al 2008 ultimati solo due dei cinque segmenti iscritti nel disegno complessivo dell’opera. Non un capolavoro dell’astrattismo, non un monumento alle buone intenzioni ignote: ma greenway vera, a media percorrenza, propriamente fruibile. Fatta! Dove c’erano lo spazio per farla e altre condizioni. Ragione Liguria, e sentimento.

Francesco Vergani
francescovergani@yahoo.it

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