Calcio

La volata contro Petrachi

Indiscreto 13/02/2020

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Gianluca Petrachi non è molto simpatico ai giornalisti, che del resto lui quasi dichiaratamente disprezza. Questo non toglie che il bombardamento mediatico sul direttore sportivo della Roma sia sospetto, in attesa dell’era Friedkin sembra proprio un tirare la volta a qualcuno. Magari non il Paratici citato da più fonti, che non ha ragione (a meno che non lo caccino) di abbandonare la Juventus, più probabilmente un cavallo di ritorno o una figurina amata dalla gente.

A proposito di Juventus, già in passato abbiamo parlato della sistematica sottovalutazione dei bianconeri da parte dei bookmaker in rapporto, per dire, al PSG o al Bayern della situazione. In altre parole, lo dicono le statistiche, anche quelle personali che teniamo costantemente, le quote della Juventus sono mediamente troppo alte (su Betfair la vittoria bianconera contro il Milan, stasera in Coppa Italia, è a 2,24) e premiano il gioco sistematico. Unica spiegazione possibile: i tifosi delle altre squadre italiane, ma anche molti scommettitori professionali, tendono a vedere segni di cedimento anche dove non ci sono.

Tornando al Milan, tutta da seguire la battaglia all’interno del club intorno al nome di Ralf Rangnick, che Gazidis vorrebbe nel doppio ruolo di allenatore e dirigente. Una volta si diceva manager all’inglese, ma oggi in Premier League gli allenatori sono in proporzione più dedicati al campo di quanto fossero un tempo. Con una sola mossa, ingaggiando un uomo che ha tutto per piacere a Lele Adani e agli storyteller, l’amministratore delegato metterebbe Maldini (che già si è espresso contro il tedesco) nelle condizioni di dare le dimissioni e depotenzierebbe Boban (al quale non dispiace Marcelino, ma a questo punto noi prenderemmo Sonetti), che già ogni giorno maledice la scelta di abbandonare la FIFA.

Daniele Padelli non ha colpe nella sconfitta dell’Inter con il Napoli in Coppa Italia, mentre ne aveva sui due gol del Milan nel derby, ma il punto non è questo. È che fin dall’estate Conte voleva un secondo portiere non troppo lontano dal primo come valore, in contrasto con la sua stessa storia visto che nella sua Juventus poco era lo spazio per Storari alle spalle di Buffon e nel suo Chelsea pochissimo quello per Begovic e Caballero a quelle di Courtois. In altre parole, quando si è materializzata la possibilità Radu, Conte avrebbe voluto fargli fare qualche mese in nerazzurro (senza ovviamente ancora sapere della mano di Handanovic). Insomma, un altro paragrafo da scrivere nel capitolo dedicato al malcontento, dopo il mancato arrivo di Vidal, per il il quale Marotta mai ha spinto, ed un Eriksen fa immagine ma che Conte non aveva messo fra i primi obbiettivi e nemmeno fra i secondi.

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