La vaccinazione di Scanzi

22 Marzo 2021 di Indiscreto

Andrea Scanzi vaccinato contro il Covid a 46 anni ad Arezzo, in una regione come la Toscana che è la seconda peggiore d’Italia come percentuale di ultra-ottantenni vaccinati? È realmente accaduto e non fa ridere, al contrario dell’esistenza di una lista di ‘riservisti’ (cioè di chi si mette in lista d’attesa per le dosi non inoculate) che però era, almeno fino allo scoppio del caso, verbale. Così come fa ridere la difesa (secondo Dagospia da un albergo di Merano, altro che ‘caregiver’) del giornalista più social d’Italia, cioè quella dei genitori fragili e degli italiani che dovrebbero ringraziarlo. Quasi tutti i cinquantenni hanno genitori di ottanta anni e passa…

Il caso Scanzi è lo spunto per un discorso più generale sulla miseria morale e umana che la pandemia ha fatto emergere, per fortuna non in tutti. In sostanza quasi tutte le categorie professionali (come i giornalisti) e sociali hanno fatto a gara nel raccontarsi come a rischio di contagio per le modalità del proprio lavoro. Ma sinceramente dopo medici e infermieri ci sembra che un barista debba venire prima di un avvocato…

Il punto non è nemmeno questo, ma la corsa a ‘salvarsi’ (sempre che il vaccino funzioni, dobbiamo fidarci perché non ci sono alternative) di alcuni e una minima dignità di altri. Un po’ come avvenne sul Titanic. È probabile che in punta di diritto Scanzi sia stato nelle regole, ma non sempre ciò che è legale è anche giusto. Era troppo difficile, saltato il giro degli ottantenni, rendere riservisti i settantenni?

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