Vuoti a perdere
Strategia da Billionaire
Oscar Eleni 01/10/2012
Oscar Eleni sulle antiche rotte del sale che portavano i pellegrini ad espiare le loro colpe attraversando borghi medioevali come questi che frequentiamo adesso, da Assago al Palaestra, da Varese a Sassari, da Roma a Venezia fermandosi a pregare per Treviso, felici che Valter Scavolini abbia mandato al diavolo chi lo voleva staccare dal suo basket anche se poi sul campo i ragazzi in rosso gli hanno fatto ricordare che ha già perso la milza cadendo in bicicletta. Da Norcia a Montecassino, parlando degli Zagor legaioli che combattono contro indiani inventati dalla loro modestia, mediocrità, mezzemaniche che nascondono negli archivi quelli bravi e mandano alla ribalta chi starebbe come un papa nell’abbazia di Casamari, poco prima di Roccasecca, recitando il solito rosario: avete ragione, ma prima devo chiedere più in alto. Ciccillo o’ criticone, un bambino che piscia contro l’Himalaya, come dicevano di Rimbaud quelli che ancora non avevano conosciuto il mondo a spicchi spiegato al colto e all’inclita da questi fenomeni, ci vorrebbe depressi perché i regolamenti ottusi disturbano, perché gli arbitri sorteggiati sono una troiata, perché chi non ha spettatori davvero fedeli aumenta i prezzi e si inventa il vippario a costo billionaire senza l’avallo del Briatore, senza preoccuparsi di sapere se negli anni di sperpero ha seminato davvero o ha soltanto buttato i famosi semi dell’odio nel cratere dell’incompetenza. I posteri giudicheranno questi cavalieri nati sui pony. Campionato spezzatino finalmente in moto per farci pensare che non siamo messi così male se Cantù è la terza di Eurolega dopo un difficile torneo di qualificazione e il fattore campo, giocando a Desio, con gli arbitracci che gestisce Rigas, si è sentito davvero molto poco. Pensieri sparsi aspettando dicembre, come suggerisce Minucci davanti agli scettici sulla nuova Siena, o, magari, le finali di coppa Italia che si giocheranno a Milano per l’amarezza di Raffoni e della gente di Forlì che sperava di riagganciare al treno della A2 il basket che si gioca al piano di sopra. Siamo pazienti ed aspetteremo, ma qualcosa si deve pur dire dopo il via istituzionale che fa seguito alla supercoppa. Non crediamo che sia stata una buona idea quella di scegliere gli arbitri con il sorteggio. Perché? Quando abbiamo chiesto a Facchini il motivo dell’assenza di Lamonica e Sahin, i migliori, nella supercoppa di Rimini, ci ha risposto che le società avevano chiesto i primi tre in graduatoria ed essendo impossibiliato Lamonica che era altrove, sicuri?, hanno inserito Chiari con Paternicò e Cicoria perché il numero quattro era lui che ora fa il dirigente. Sahin? Soltanto nono nelle loro classifiche da Zagor in ferrovia. Per il povero Petrucci una grana questa degli arbitri, anche se il suo fido Sancho Petrosino qualcosa riuscirà a fare perché li conosce bene, da dentro. Sulle televisioni siamo ancora alla “ perfetta parità”, ai liberi dalla linea della carità, al linguaggio rubato a SKY quando ancora non ci eravamo stancati degli urli per un arresto e tiro andato a segno, quando i tiri effettuati senza armonia che sbattevano sul ferro e, naturalmente, tornavano a disposizione dei rimbalzisti, non venivano considerati come una sfortunata coincidenza, quando la competenza veniva servita al pubblico e non alla vanità. Nel basket non esistono i pali, a meno che non ci si riferisca a quelli che controllano dal borgo che niente si muova che i principi non vogliano, anche se adesso sarà dura mettere d’accordo il Borgia alla senese e i Franceschielli sforzeschi, diventerà difficile inchinarsi al lord Fennyman che si fa avanti per intimorire gli attori e replica che lui “è il denaro, la nuova legge in città, quella che non ha memoria, che il posto lo cede a chi paga davvero, non ha chi ha dato davvero”. Insomma in attesa di capire se SportItalia darà in diretta l’Eurolega, a proposito complimenti all’Eurolega dei poeti persiani nascosti in portineria che ci propone, la prima giornata, le tre italiane tutte in casa, anche se, per fortuna Siena anticipa le due lombarde. Eh, ma che criticone, chi si immaginava che ci fosse anche Cantù. Ecco svelato il pasticciaccio brutto dell’arbitraggio di Desio, aspettando di scoprire se il mezzogiorno della domenica e i lunedì sera aiuteranno l’appassionato a vedere più basket possibile, senza concomitanze che mettono in crisi la fede, vi diciamo che Peterson resta il numero uno. Con lui ti diverti, niente è scontato, qualcosa insegna ancora, speriamo davvero in una sua elezione nella Casa della gloria che per questa Italia è quella casa fantasma a cui nessuno presta attenzione, ma esiste, almeno in teoria, così come esistono i posti d’onore che i caicchi noiosi, pesanti, senza intuizione psicologica, i carabineiri della nuova era da Marchionne in giù, non riservano a quelli che la storia l’hanno fatta davvero. Imitatori della Virtus porelliana con la stessa capacità del ragazzino preso a sberle dalla madre perché volendo imitare il babbo se la faceva addosso quando pensava di emttere soltanto aria.VOTI FELICITA’
10 Per Anna CREMASCOLI e la sua Cantù che ha fatto due capolavori in un momento dove è facile dire, come giusto, che le società sono un cantiere.
9 All’ironia di Frank VITUCCI che arrivando da imbattuto al campionato ha fatto sapere che la sua Varese non era però imbattibile e che dopo il rocambolesco finale vincente di Brindisi non si è davvero preso sul serio: ”Tutto studiato in allenamento”.
8 A CERVI, D’ERCOLE e IMBRO’ che ci fanno sapere di essere pronti per far venire qualche dubbio al Pianigiani che passeggiando nel mercato turco delle spezie pensa ancora ad Azzurra.
7 A SCAVOLINI che non ha lasciato in mezzo al mare la sua Pesaro, senza irritarsi se aziende marchigiane vanno ad aiutare squadre in altre regioni. Meglio soli che male accompagnati.
6 A micione CHARLIE RECALCATI con le scarpe di Montegranaro che fa capolavori anche con i fichi secchi perché è sempre la testa a comandare, bravi e brocchi.
VOTI TRISTEZZA
5 Ai MEDICI della NAZIONALE che non riuscivano a far correre il Melli che tanto preoccupava Scariolo prima del memorial Brumatti a Reggio Emilia, mentre i loro colleghi di Milano sono stati capaci di mandarlo in campo e di fargli fare anche bella figura. A crederci si potrebbe dire che in Italia, a parte l’entusiasta Petrucci, la Nazionale disturba, toglie riposo, ma dai, come dice il Bucchi brindisino che dopo aver lavorato tanto a Milano ha scoperto il rancido degli allenamenti estivi e degli arbitraggi sorteggiati.
4 Alle SEDIE VUOTE dei super ricchi di Milano che non hanno capito il messaggio del Forum di Assago gemellato con quello di Los Angeles.
3 Alla RADIO se non trova commentatori più credibili di quelli che facevano diventare minuti i secondi di un finale palpitante. Carboni dove sei? Pancrazi trova una soluzione.
2 Al RESS che ha fatto volare Siena nella partita dell’angoscia sul campo della neopromnossa Reggio Emilia perché la sua estate senza maglia azzurra ci è sembrata davvero spreco onanistico. Caro Petrucci come la risolviamo questa storia delle riununce alla nazionale con le scuse più banali? Certo per giocatori di una certa età il riposo è d’obbligo, ma per gli altri sarà meglio inventarsi un codice etico che eviti conflitti ridicoli prima dell’europeo in Slovenia.
1 Al CROSARIOL che ha dovuto inchinarsi contro Roma nella prima di campionato giocata con Pesaro perché sentir dire da lui che “non porta rancore” verso la società di Toti è davvero la barzelletta dell’anno.
0 agli ARBITRI sorteggiati dalla maga Magò. Ne abbiamo viste di tutti i colori, una recita da campetto dove, se chiedi direttori di gara per feste celebrative, ti senti dire che non possono aiutarti perché ci sono i regolamenti, le assicurazioni. Questi pensano sempre che la gente non sappia distinguere una puzzola da un castoro.
Oscar Eleni, 1 ottobre 2012