La scoperta di Hitler ebreo

3 Maggio 2022 di Stefano Olivari

Adolf Hitler era ebreo? O meglio: aveva un nonno ebreo? Le parole dette da Lavrov a Rete4, nell’intervista che ha fatto venire travasi di bile alla concorrenza (a meno che non si riesca ad avere in collegamento Putin, facendolo interagire con Letta e Salvini), hanno fatto parlare molto di un’ipotesi di cui si discute da un secolo e di cui gli stessi giornalisti e storici italiani hanno sempre scritto senza problemi, non essendoci certezze ed essendo i fatti risalenti al 1837.

Nella nostra modestia avevano per la prima volta letto di Hitler ebreo, nel senso che abbiamo detto (l’appartenenza si trasmette per via materna, quindi in nessun caso Hitler potrebbe essere ebreo in senso stretto), nella bellissima enciclopedia Pro e Contro, edita nel 1972 dalla Mondadori e quindi assolutamente mainstream: non a caso in casa nostra troneggiava in soggiorno, insieme alle varie Universo, Conoscere, Galileo, i Maestri del colore, eccetera.

Parentesi: rimpiangiamo la piccola borghesia che voleva far leggere i figli, a volte sbeffeggiata dai suoi stessi indegni figli. Ogni volume era dedicato a un personaggio storico, da Kennedy a Stalin a Martin Luther King, ed uno di questi era appunto su Hitler. In una pagina si parlava del padre di Hitler, Alois, che era figlio di una cameriera, Maria Anna Schicklgruber, e di padre ignoto. Presumibilmente di Graz e presumibilmente di una delle famiglie presso cui lei aveva lavorato, fra le quali forse (anche sulla presenza di ebrei a Graz ad inizio Ottocento ci sono varie teorie) una famiglia ebrea.

Un’ipotesi rilanciata nel dopoguerra dalle memorie dell’avvocato di Hitler, Hans Frank (giustiziato a Norimberga, in quanto ex governatore nazista della Polonia e responsabile di milioni di morti, polacchi ed ebrei), che su mandato di Hitler aveva fatto ricerche, di certo un’ipotesi che non si poteva né provare né smentire. Infatti nessuno storico, fra i mille intervistati in queste ore, vende verità impossibili da trovare anche ai loro tempi.

In tempi più recenti ci sono state anche ricerche sul Dna di decine di persone legate da parentela certa a Hitler, trovando un cromosoma molto diffuso fra gli ebrei askenaziti (tipicamente quelli dell’Est Europa) e sefarditi. Che poi qualcuno ci abbia costruito sopra una psicanalisi da bar, come potremmo fare noi, del genere ‘Odiava gli ebrei perché non ne faceva davvero parte’, fa parte della pazzia umana e della strumentalizzazione del passato.

Ma soprattutto, ed è qui che volevamo arrivare, che cosa cambia o cambierebbe nel giudizio storico su Hitler la scoperta dell’identità del suo misterioso nonno paterno? A chi importa? Il suo odio per zingari, polacchi, omosessuali, eccetera, dipendeva forse da un antenato zingaro, polacco o omosessuale? Ovviamente il padre e la madre non di Hitler ma di tutti i totalitarismi sono i milioni di persone normali, in questo caso i tedeschi che qualche anno dopo avremmo trovato sulla riviera romagnola o sul Garda, che riempivano le piazze conquistati non solo dall’uomo forte ma anche da un’ideologia di potenza. Tedeschi i cui discendenti pacifisti comprano il gas da Putin, come del resto noi. E questo discorso è più difficile, rispetto alla scontata criminalizzazione dei criminali.

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