La scala di Peterson

9 Maggio 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni fra  le alghe del lago Balaton dopo aver meditato sotto il tiglio di Tagore per capire se fra il male e il bene, nella vita, nello sport, in tutto, prevale l’idea del poeta bengalese sul “potere che considera ingratitudine il dimenarsi delle sue vittime”. Affascinati da Cavendish, leone da volata a 36 anni, stregati dal fenomeno Alcaraz che a 19 anni vince nel tennis a Madrid dopo aver eliminato i dioscuri Djokovic e Nadal.

Amareggiati per quello  che è accaduto a Jacobs sotto il cielo di Nairobi, perché non ci aveva mai convinto questa puntata al casinò keniano, anche se l’altura e magari l’ingaggio offrivano vantaggi, senza per questo mancare di rispetto alla passione di chi organizzava o al lavoro di chi gestisce i campioni. Sì, certo, la gente ama l’imbarazzo di chi deve fare un esame al giorno anche se ha vinto abbastanza, anche se ha fatto prove capolavoro, ma resta questo disagio nel constatare che non si arriva mai. Ti chiedono corsi di aggiornamento anche  ad ottant’anni, vogliono il torero nell’arena anche se sta male ed il toro sembra sempre più arrabbiato del manager che già pensa alla prossima riunione, corrida, partita.

Certo ci resta la bava alla bocca mentre tutte le prestazioni nazionali sembrano “miracolose” quando questi spagnoli se la godono perché  avranno anche società ricche, però intanto portano finaliste nelle coppe di calcio, hanno vinto la Champions Fiba del basket grazie a Tenerife nelle giornate di Bilbao, su Manresa nella finale affidata all’italiano Mazzoni, così come nella finalina c’era Lanzarini. Noi, per molto meno, parleremmo già di miracolo all’italiana, di grande scuola urlando che Ancelotti, anche  esiliato male dell’Italia dove pure aveva vinto, è nato sotto il tiglio di Liedholm e di Sacchi da queste parti, ha viaggiato, vinto scudetti nei campionati europei più importanti ed è riuscito persino a valorizzare una squadra tecnica dove c’è anche suo figlio  che ha studiato, lavorato, anche se qui, all’isola dei serpenti spesso perdenti, diranno che è raccomandato.

Quante ne ha subite il principe Carletto bersaglio  della velenosità di cosca, ogni tanto  fortunatamente tradita dalla passione vera come al Penzo dove l’avversario Mihajlovic è stato applaudito a lungo anche prima che il suo Bologna, penalizzato dall’arbitro e dal guardalinee capaci di negare persino quello che avevano rivisto al VAR, aiutasse Venezia a credere ancora nella salvezza. Ci piace lo sport che trova sollievo nella sofferenza, dove prima di abbandonare barchette piene di buchi e di bulli, si canta ed urla insieme. Magari riuscissimo a capire come si può restare insieme a chi commercia con le malattie, la morte,  a vende miseria, dolore, negando il concetto del poeta di Calcutta sul fatto che se chiudiamo le porte a tutti gli errori anche la verità ne rimarrà fuori. Magari lo capissero lassù dove si annidano per comandare e commerciare le loro perfidie .

Stregati dall’ultima luna del basket che accende un cero per aver finito la stagione dei troppi inganni, andiamo a vedere chi continuerà a cercare mascherine adatte per avere buoni incassi nei play off che iniziano il 15 maggio, nella speranza che la Virtus Bologna ci dia in settimana una coppa europea importante, confidando che ci sia anche la benedizione pontificia dopo che la Federazione, ispirata dal suo presidente, ha finalmente concesso all’Atletica Vaticano di iscriversi al prossimo campionato laziale in promozione. Prima delle pagelle la scala di valutazione portata da Peterson che tiene a quota zero chi ha fatto bene il proprio lavoro, assegnando più e meno uno o due a chi è andato oltre o sotto il par.

VIRTUS Bologna più 1: si è guarita da sola, si è curata rinforzandosi davvero.

MILANO meno 1: tanti, troppi guai, ma anche qualche errore nel costruire e poi tentare di correggere la squadra.

BRESCIA più 2: la forza di credere anche dopo una partenza sbagliata. Bravi e pericolosi.

TORTONA più 2: neopromossa che ha saputo incantare. Ramondino allenatore dell’anno in lotta con Magro.

VENEZIA meno 1: tanti guai fisici, ma anche qualche giro a vuoto.

SASSARI da meno 1 a più 1: la svolta nel regime Bucchi.

REGGIO EMILIA più 2: eppure si discute Caja.

PESARO più 2: Banchi e la sua magia ragionata che dovrebbe ridare il sorriso anche a Scavolini oltre che a Costa e Magnifico.

TRIESTE 0: hanno fatto quello che potevano, a volte bene, altre balbettando.

TREVISO 0: dimenticando il torto fatto a Menetti.

BRINDISI meno 2: tutto quello che poteva andare male è andato peggio.

VARESE più 1: salvezza e progetti, anche se il mago è stato cacciato  e non ci dicano per giusta causa, diciamo che il chip di collegamento si era rotto.

TRENTO meno 1: bell’inverno, triste primavera.

NAPOLI meno 1: salvezza giusta, peccato che non ci sia stato Sacripanti nella festa.

FORTITUDO meno 2: tutto sbagliato, tutto da rifare, meno la scelta del tecnico.

CREMONA 0: meritavano più fortuna, ma anche retrocedendo hanno lasciato una bella idea di società che con educazione si fa da parte lasciando a Braida e ai calciatori il regno dove Luzzara li faceva vivere alla grande la sua serie A.

Pagelle tormentate.

10 A DI LORENZO, sulla rivista allenatori federali, e LAMBRUSCHIm per la bella intervista con RECALCATI, che ci hanno ricordato Arnaldo TAURISANO e il suo modo di insegnare in un basket tutto lavagna e sorrisetto da arbitri sfigati: la tecnica va bene soltanto se arrivi a capire l’anima, a valorizzare il cuore di quelli a cui stai cercando  di insegnare.

9 A DE RAFFAELE, CAJA, FRATES per le meritate palme argentate del CONI, nazionale o regionale conta poco, conta cosa hanno  fatto e cosa ancora stanno facendo per  questo basket dalla tosse asinina.

8 Alla FIBA che nelle finali della sua Champions ha scelto due arbitri italiani, Lanzarini e Mazzoni, nella speranza che almeno ai play off si possa capire come portare un blocco, fare una sana difesa.

7 Ad ANTONELLI e ai suoi della TAM TAM basket  per aver applaudito quando il consiglio federale ha solennemente ammesso l’Atletica Vaticano alla promozione. Una via crucis lunga per tutte e due.

6 Ai FANTASTICI 5 più uno della stagione secondo i sondaggi: Macura e Jaiteh super davvero. Su Ramondino quasi unanimità, bello che si litighi invece con chi avrebbe preferito qualche straniero a Cinciarini, Della Valle e Melli.

5 Alla  previsione troppo scontata che vede favorite nei quarti da una parte Virtus su Pesaro e dall’altra Milano su Reggio Emilia. Vietato anche avventurarsi nel pronostico perché Venezia rischierà con Tortona e Brescia, contro Sassari, vivrà un dolce tormento.

4 Alla LEGA se non metterà in sala regia per gli orari delle partite nei play off uno che capisca il disagio dei giornali se si andrà troppo tardi, delle società se le loro partite andranno a sbattere  con altri avvenimenti, tipo il Giro dilatato anche all’ora delle dirette annunciate.

3 Alle SOCIETÀ deluse se come primo provvedimento penseranno a sostituire l’allenatore. Meglio farsi un esame di coscienza, valutando   giocatori che  soltanto a parole  giurano amore.

2 A REGGIO EMILIA che costringerà la sua squadra di basket ammessa ai playoff a viverli nella Bologna che, fortunatamente, ha palazzi per tutti. La ristrutturazione del Bigi era stata promessa prima della fine lavori al Duomo di Milano.

1 Alla LEGGE sul PROFESSIONISMO anche nella femminile se non si terrà conto della reale situazione economica delle società. Petrucci ha fatto bene a farlo notare, ma, accidenti, prima di  concedere questo sacrosanto diritto a chi  vive a tempo pieno la sua professione sportiva, non sarebbe meglio valutare come lo Stato e il CONI potranno aiutare chi adesso non ha occhi neppure per piangere in serie A?

0 Alla FORTITUDO come società perché tutto questo agitarsi dopo la caduta, tutto questo promettere copertura dei debiti per stare almeno in A2,  fa pensare  quello che dice da tempo Teo ALIBEGOVIC: “I veri  fortitudini sono stati tutti fatti fuori, allontanati da molto tempo”.

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