Boxe
La rivincita di Foreman
Indiscreto 22/03/2025

La morte di George Foreman, a 76 anni, ormai a oltre mezzo secolo dal match più famoso nella storia della boxe, suggerisce forse per l’ultima volta una domanda: perché non c’è mai stata la rivincita fra Ali e Foreman? Anche soltanto per motivi finanziari entrambi, per non parlare di Don King, avrebbero avuto tutta la convenienza a mettere in piedi una Rumble in the jungle 2, con molti più soldi dei già tanti elargiti da Mobutu. All’inizio la mancata rivincita dipese dall’anno di pausa di Foreman, che nel 1975 non fece letteralmente niente, ma poi le cose cambiarono visto che nel 1976 dopo gli ozi di Parigi Foreman battè Ron Lyle in un incontro di violenza assurda, con 5 round paragonabili al sesto di Hagler-Mugabi, e poi brutalizzò Joe Frazier.
Quello era un Foreman ancora integro, che l’Ali dell’epoca non aveva alcuna convenienza a incrociare, meno che mai in campo neutro (a Kinshasa tutto il tifo era per Ali) come sarebbe stata la Las Vegas della situazione, e che infatti non incontrò, buttandosi in difese del titolo contro avversari di secondo piano, Norton escluso. Nel 1977, dopo la sconfitta con Young, Foreman vide la luce e per dieci anni scomparve dal mondo della boxe dedicandosi al Vangelo e alla beneficenza sul campo, impegnandosi in prima persona.
Al suo apparentemente pazzesco rientro, nel 1987, Ali-Clay (chi ha la nostra età lo ha sempre chiamato Clay) si era già ritirato da anni, con i primi evidenti segni della malattia. E così dopo aver fallito la riconquista di una cintura mondiale prima contro Holyfield e poi contro Tommy Morrison post Rocky V, Foreman tenne duro e ridiventò campione nel 1994 battendo Moorer, a vent’anni da Kinshasa. Ma quella rivincita non l’avrebbe mai avuta, con buona pace di chi in quel 1974 pregustava il classico ‘trittico’ della boxe.
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