La Reunion dei Ricchi e Poveri

25 Febbraio 2021 di Stefano Olivari

Reunion dei Ricchi e Poveri, adesso in tutti i sensi. La reunion propriamente detta è stata quella dell’anno scorso al Festival di Sanremo, con il rientro di Marina Occhiena a 39 anni dalla clamorosa rottura in cui questioni musicali si mescolavano a vicende personali (si disse che la Occhiena si fosse messa con il compagno di Angela Brambati, aka ‘La brunetta dei Ricchi e Poveri’, ma lei ha sempre smentito e anche per Angela i fatti sono caduti in prescrizione), mentre Reunion è il titolo del doppio album che uscirà domani, venerdì 26 febbraio, e che noi compreremo di sicuro.

Non perché i dischi dei Ricchi e Poveri manchino nella nostra collezione (abbiamo tutti quelli del magico periodo Baby Records, più varie raccolte), ma proprio perché la maggior parte dei loro grandi successi, da Sarà perché ti amo a Come vorrei, da Mamma Maria a M’innamoro di te, è stata nel periodo senza la Occhiena. Che però c’era negli anni dei primi trionfi, all’inizio dei Settanta, con La prima cosa bella e soprattutto Che sarà, che martedì sera nello speciale di Rai 1 condotto da Carlo Conti, che ci ha strappato a Lazio-Bayern, hanno proposto due volte, con noi che ne avremmo volute venti. Commoventi e relativamente ben tenuti, l’unico un po’ stanco è sembrato Franco: belli gli omaggi di Al Bano e Vecchioni.

Cosa ci è sempre piaciuto dei Ricchi e Poveri, al di là di canzoni che gli hanno dato una fama enorme in tutto il mondo? Merito dei loro grandi autori (Mogol, Califano, Migliacci, Minellono, Pupo, Farina, Reverberi, Toto Cutugno e altri che sicuramente dimentichiamo), certo, ma questi autori hanno scritto per tanti e solo i Ricchi e Poveri sono diventati star mondiali. Ispirandosi chiaramente, lo hanno spiegato mille volte, ai Mamas and Papas, e precedendo in Europa gli Abba, senza però la scelta della lingua inglese che avrebbe poi fatto la fortuna dei quattro svedesi. Dei Ricchi e Poveri ci è sempre piaciuto il loro essere veri, quattro ragazzi genovesi (anche Angelo lo è, di fatto) che amavano lo stesso tipo di musica negli stessi anni e che sono partiti davvero dal basso. Senza essere grandi autori, ma con la classe dei grandissimi interpreti.

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