La reunion dei Pink Floyd

8 Aprile 2022 di Stefano Olivari

La prima canzone originale dei Pink Floyd da 28 anni a questa parte, dai tempi di The Division Bell, escludendo quindi i fondi di magazzino che abbiamo acquistato da tifosi acritici, è una notizia. Anche se Hey Hey Rise Up non sembra esattamente Wish you were here o Comfortably Numb, la chitarra di Gilmour si sente e lo stile (perché lo stile dei Pink Floyd più conosciuti è sempre stato Gilmour, tema già discusso su Indiscreto, mentre il genio era Roger Waters) anche.

Parlare di reunion dei Pink Floyd serve giusto per essere indicizzati sui motori di ricerca, perché ci stiamo ovviamente riferendo ai soli David Gilmour e Nick Mason, che con altri musicisti  (Guy Pratt al basso, Nitin Sawhney alle tastiere) e il cantante ucraino Andriy Khlyvnyuk hanno preso una frase di una vecchia canzone ucraina e l’hanno trasformata in una canzone originale. Al di là dei rapporti personali, rimane la curiosità di sapere cosa ne pensi, dal punto di vista politico, Waters, il cui atteggiamento divisivo ci è sempre piaciuto al di là dei concetti espressi.

Comunque non volevamo analizzare la canzone, che in fondo va soltanto ascoltata, ma del fatto che parliamo dei Pink Floyd e di mille altri meno geniali dei Pink Floyd come se appartenessero al nostro presente, quando invece abbiamo iniziato ad ascoltarli in tempi in cui avevano già dato il meglio, quindi qualche anno dopo The Wall, recuperando il loro passato e poi seguendoli in maniera fanatica quando erano già nel tunnel dell’autocelebrazione, come accade a quasi tutti i grandi gruppi rock, dai Rolling Stones in giù (hanno scritto l’ultima canzone decente quando l’Inghilterra era allenata da Alf Ramsey).

Visto che il loro primo album è del 1967, 55 anni fa, la cosa che impressiona è che discutiamo dei Pink Floyd come se nostro padre, che aveva 55 anni nel 1986, ci avesse parlato al presente di personaggi del 1931: quale cantante di successo nel 1931 sarebbe stato credibile nel 1986? Insomma, c’è un meccanismo di attualizzazione del passato che in fondo rende più vecchi e aridi, gente davvero convinta che il meglio sia già passato. Non ci possiamo fare niente, ma almeno ce ne rendiamo conto.

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