La replicabilità di Pozzo

26 Aprile 2012 di Libeccio

Nelle settimane scorse è passata quasi sotto silenzio la notizia sul passaggio di Valentino Angeloni dall’Udinese all’Inter. L’immaginazione porterebbe subito a pensare ad un giocatore (magari un giovanissimo talento della Primavera della squadra friulana), ma non è per niente così. Valentino Angeloni era  il coordinatore degli osservatori dell’Udinese, ora passato all’Inter per ricoprire lo stesso ruolo. Dal nostro punto di vista questa notizia è la più rilevante  (perchè produrrà effetti importanti nel tempo) di quelle di calciomercato che ogni giorno si leggono a centinaia sui giornali e sul web e fanno passare subito in cavalleria anche il recente folle pomeriggio di Genova.

Angeloni ha molto bene lavorato all’Udinese e ora porta le sue qualità e la sua esperienza all’Inter che ha la ferma intenzione di riprodurre lo stesso schema rivelatosi vincente nella gestione delle attività finalizzate alla scoperta di nuovi talenti in ogni parte del mondo. Ma che caratteristiche ha lo schema Udinese? Il meccanismo della più importante  “fabbrica” italiana di calcio  impone ritmi serrati  a qualsiasi ora del giorno e della notte. Il cuore del sistema è ubicato in una zona riservata, dove sono dislocati 30 monitor giganti e una strumentazione avveniristica fatta costruire appositamente per studiare ogni mossa, ogni azione di gioco, ogni momento di un calciatore durante una partita (compresa la distanza coperta, quante palle perse e recuperate, quanti tiri in porta, quanti passaggi rilevanti). Il sistema prevede la visione attenta di tutte le partite dei più importanti campionati extraeuropei a livello mondiale (soprattutto Africa e America Latina) praticamente 24 ore su 24.

Quando un potenziale talento viene intercettato sordina ad un operatore di seguirlo in video per altre 5 gare stilando a conclusione una scheda valutativa. Se le prestazioni del giocatore confermano un potenziale interessante si chiede all’osservatore locale di andarlo a seguire direttamente per un certo numero di gare. Se la segnalazione si è rivelata giusta l’osservatore locale redige una valutazione scritta (che riguarda anche la situazione familiare del giocatore, il suo carattere, punti di forza e punti di debolezza) accompagnata da un video riepilogativo sulle ultime prestazioni del giocatore che viene mandata al quartier generale dell’Udinese che visiona documento e filmati e nel caso decide di mandare uno degli osservatori in carico alla società in Italia per una valutazione incrociata. Se anche questo secondo passaggio conferma la bontà del giocatore, allora scatta l’allarme rosso nel senso che il capo degli osservatori decide di andare a visionare personalmente il giocatore. Se poi anche questa valutazione conferma il valore potenziale del giocatore, allora si opera l’acquisto. Tutto viene fatto con un livello di riservatezza altissimo. Nessun nome di quelli poi acquistati dall’Udinese ha mai trovato spazio nelle rubriche di calciomercato se non ad affare concluso.

Insomma, senza tanta tecnologia in due righe avremmo potuto scrivere che per fare affari bisogna stare attenti, conoscere la materia meglio dei concorrenti, lavorare duro e non fare anticipazioni ai giornalisti. Questo è il sistema Udinese, che l’Inter ha intenzione di replicare, avendo capito che il Sanchez di turno ben difficilmente puoi permetterti di pagarlo quando è arrivato ad essere Sanchez. L’Udinese ha fatto di questo schema il suo punto principale di forza. Essa non punta a vincere, ma soltanto a convincere critica e bilanci societari. L’Udinese è un’impresa che come tale viene gestita. Non per gloria e divertimento (in tutti questi anni non ha vinto nulla di importante), ma per incassi duraturi e plusvalenze. Anche quest’anno resterà nel solco delle grandi, ma senza porsi il problema di stare avanti. Un po’ dietro forse è anche meglio.

Libeccio, 26 aprile 2012

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