Milano da non bere
La regola e l’amico
Erminio Ottone 28/07/2008
di Erminio Ottone
Cari amici della notte e dell’estate che lava via ogni ombra di non divertimento milanese (fa eccezione la Milano-bis chiamata Formentera), ecco tornato Erminio Ottone, uomo diventato ancora più saggio e mansueto grazie anche al contributo moralizzatore dell’Antropiovra.
Un personaggio, l’Antropiovra, che ha fatto dell’etica una vera religione laica. Senza se e senza ma. Erminio in vacanza ha scelto l’amicizia come sua priorità, se non altro perché l’amicizia non comporta stress. Teatro della vacanza è ancora una volta l’isola della luce, dove Ottone si è ritrovato a passare una settimana insieme ad un gruppo con tanti ragazzi e ragazze…Ecco il punto: tanti! Quando si è in tanti, c’è sempre nel gruppo l’esemplare di animale predatore che fiuta la preda, la punta, la attacca, la insegue fino a vincerla per sfinimento. Lungi da Ottone pensare che esista un concetto di possesso su prede non ancora catturate, rimane il fatto che l’animale predatore fiuti e attacchi anche la preda altrui. Guai a farsi cogliere in rituali di corteggiamento non prolungati né insistenti: come ti volti per salutare un amico il predatore si tuffa sulla tua preda, prende posizione, non ti dà più spazio né modo di poter rientrare in gioco. E poi ti spiega: “Caro Erminio, guai distrarsi. Ci vuole costanza, altrimenti la preda se la prendono altri”. La due parole magiche fanno sobbalzare Ottone: “distrarsi” e “costanza”. Distrarsi è l’imperativo di ogni vacanza che si rispetti; la costanza, o perseveranza, o impegno, sono invece vocaboli del tutto estranei al vocabolario estivo di Erminio. Che fare? La scelta è semplice: niente preda se per catturarla occorrono concentrazione e nessuna distrazione, meglio darsi sull’amicizia e all’altruismo, ingrediente fondamentale per lasciare le prede agli amici senza serbare rancore. Ma ecco che spunta dal gruppo LUI, l’essere superiore, il grande moralizzatore, maestro di etica e portatore di speranza: l’Antropiovra! Lui sì, sa cos’è l’amicizia e per amicizia si sacrifica…
Ma veniamo alla cronaca dei fatti. Ottone individua una ragazza fascinosa: pelle scura, tratti mediterranei, occhi profondi e sguardo sexy. E’ con un’amica decisamente meno attraente di lei, Ottone vuole andare a conoscerla e chiede all’Antropiovra un favore: portargli via l’amica, corteggiandola o facendo ciò che ritenesse più opportuno per raggiungere lo scopo e aiutare Erminio a rimanere da solo con la supergnocca. Detto e fatto: mentre Ottone chiacchiera, scambia parole e sorrisi con la ragazza che si rivela simpatica, l’Antropiovra aziona i suoi tentacoli lussuriosi, avvolge la preda, non le lascia vie di fuga. La preda sembra del ceppo ‘virgo lignea’ (vedere le puntate precedenti) ma poco importa: Erminio sull’altro fronte ha ormai in mano un numero di telefono e un appuntamento per la sera. Appuntamento deludente. La donna è il peggiore esemplare di femmina milanese, quella venuta da fuori e trasferita a Milano per lavoro, capace solo di vedere e apprezzare (!) la parte esteriore di questa città: fighette omologate a caccia di scrocco e ciarlatani del corteggiamento pronti a svuotare le tasche anche quando è chiaro che la ragazza non gliela darà mai. La ragazza (Sara), al momento dell’appuntamento si è già aggregata ad un gruppo di ragazzi che festeggiano alla grande un addio al celibato. Ottone non se la prende, perché il gruppo è in effetti supersimpatico, e come è giusto che sia in una occasione come questa, non bada a spese: lo champagne scorre a fiumi e Sara ci si tuffa dentro. Ottone si consola quella sera con una ragazza niente male, ma il suo chiodo fisso è Sara.
Passano i giorni ed Erminio, senza problemi, accetta il fatto che Sara non sia interessata: lo ha cercato e gli ha dato il numero perché ha capito che Ottone conosce bene l’isola e può esserle utile, fino a quando non è arrivato qualcuno ancora più utile di lui. Sara comunque finisce per aggregarsi negli ultimi giorni di vacanza al gruppo di Erminio, mentre l’Antropiovra continua a dimenare i suoi tentacoli sull’amica, che si conferma ‘virgo lignea’. Ma quel sesto senso tipico di un animale evoluto come l’Antropiovra gli dice che in realtà lì dietro c’è una ragazza ‘coito ergo sum’…Il guaio è che di ora in ora diventa sempre più evidente la singolare verità: Sara vuole l’Antropiovra, e l’amica lo respinge per evitare un incidente diplomatico. Così Ottone interviene, prende da parte l’Antropiovra e gli (o le) dice: “Antro, vai tranquillo. Se non la catturo io, è giusto che la preda sia tua. Non farti problemi”. A questo punto l’Antropiovra sfodera il suo sorriso più dolce, rassicurante e luminoso, e pronuncia parole di amicizia: “No Erminio. Tu sei un mio amico e una persona speciale. Sara non lo ha capito e per questo merita una lezione… Agguanterò la sua amica e una volta resala mia preda consumerò il mio pasto sotto gli occhi di Sara compiendo un’opera moralizzatrice su due fronti: smaschererò la finta ‘virgo lignea’ e punirò Sara”. Ottone non fa nemmeno in tempo ad abbracciare l’Antropiovra, perché è già (letteralmente) sgusciata via verso la preda prescelta: l’attacco è serrato e va a buon fine in pochi minuti. Dopo i tentacoli l’Antropiovra aziona la lingua, poi sparisce nella sua tana a perfezionare la sua opera moralizzatrice…Sara accusa il colpo, è in ansia, prende in mano mille volte il cellulare (in vacanza, sacrilegio!!!), nessuno le risponde. La sua Caporetto è compiuta! Erminio è vendicato (anche se non ce n’era bisogno), la finta virgo lignea smascherata. L’Antropiovra ha vinto ancora, l’etica trionfa e l’amicizia ha il suo nuovo paladino.
Un personaggio, l’Antropiovra, che ha fatto dell’etica una vera religione laica. Senza se e senza ma. Erminio in vacanza ha scelto l’amicizia come sua priorità, se non altro perché l’amicizia non comporta stress. Teatro della vacanza è ancora una volta l’isola della luce, dove Ottone si è ritrovato a passare una settimana insieme ad un gruppo con tanti ragazzi e ragazze…Ecco il punto: tanti! Quando si è in tanti, c’è sempre nel gruppo l’esemplare di animale predatore che fiuta la preda, la punta, la attacca, la insegue fino a vincerla per sfinimento. Lungi da Ottone pensare che esista un concetto di possesso su prede non ancora catturate, rimane il fatto che l’animale predatore fiuti e attacchi anche la preda altrui. Guai a farsi cogliere in rituali di corteggiamento non prolungati né insistenti: come ti volti per salutare un amico il predatore si tuffa sulla tua preda, prende posizione, non ti dà più spazio né modo di poter rientrare in gioco. E poi ti spiega: “Caro Erminio, guai distrarsi. Ci vuole costanza, altrimenti la preda se la prendono altri”. La due parole magiche fanno sobbalzare Ottone: “distrarsi” e “costanza”. Distrarsi è l’imperativo di ogni vacanza che si rispetti; la costanza, o perseveranza, o impegno, sono invece vocaboli del tutto estranei al vocabolario estivo di Erminio. Che fare? La scelta è semplice: niente preda se per catturarla occorrono concentrazione e nessuna distrazione, meglio darsi sull’amicizia e all’altruismo, ingrediente fondamentale per lasciare le prede agli amici senza serbare rancore. Ma ecco che spunta dal gruppo LUI, l’essere superiore, il grande moralizzatore, maestro di etica e portatore di speranza: l’Antropiovra! Lui sì, sa cos’è l’amicizia e per amicizia si sacrifica…
Ma veniamo alla cronaca dei fatti. Ottone individua una ragazza fascinosa: pelle scura, tratti mediterranei, occhi profondi e sguardo sexy. E’ con un’amica decisamente meno attraente di lei, Ottone vuole andare a conoscerla e chiede all’Antropiovra un favore: portargli via l’amica, corteggiandola o facendo ciò che ritenesse più opportuno per raggiungere lo scopo e aiutare Erminio a rimanere da solo con la supergnocca. Detto e fatto: mentre Ottone chiacchiera, scambia parole e sorrisi con la ragazza che si rivela simpatica, l’Antropiovra aziona i suoi tentacoli lussuriosi, avvolge la preda, non le lascia vie di fuga. La preda sembra del ceppo ‘virgo lignea’ (vedere le puntate precedenti) ma poco importa: Erminio sull’altro fronte ha ormai in mano un numero di telefono e un appuntamento per la sera. Appuntamento deludente. La donna è il peggiore esemplare di femmina milanese, quella venuta da fuori e trasferita a Milano per lavoro, capace solo di vedere e apprezzare (!) la parte esteriore di questa città: fighette omologate a caccia di scrocco e ciarlatani del corteggiamento pronti a svuotare le tasche anche quando è chiaro che la ragazza non gliela darà mai. La ragazza (Sara), al momento dell’appuntamento si è già aggregata ad un gruppo di ragazzi che festeggiano alla grande un addio al celibato. Ottone non se la prende, perché il gruppo è in effetti supersimpatico, e come è giusto che sia in una occasione come questa, non bada a spese: lo champagne scorre a fiumi e Sara ci si tuffa dentro. Ottone si consola quella sera con una ragazza niente male, ma il suo chiodo fisso è Sara.
Passano i giorni ed Erminio, senza problemi, accetta il fatto che Sara non sia interessata: lo ha cercato e gli ha dato il numero perché ha capito che Ottone conosce bene l’isola e può esserle utile, fino a quando non è arrivato qualcuno ancora più utile di lui. Sara comunque finisce per aggregarsi negli ultimi giorni di vacanza al gruppo di Erminio, mentre l’Antropiovra continua a dimenare i suoi tentacoli sull’amica, che si conferma ‘virgo lignea’. Ma quel sesto senso tipico di un animale evoluto come l’Antropiovra gli dice che in realtà lì dietro c’è una ragazza ‘coito ergo sum’…Il guaio è che di ora in ora diventa sempre più evidente la singolare verità: Sara vuole l’Antropiovra, e l’amica lo respinge per evitare un incidente diplomatico. Così Ottone interviene, prende da parte l’Antropiovra e gli (o le) dice: “Antro, vai tranquillo. Se non la catturo io, è giusto che la preda sia tua. Non farti problemi”. A questo punto l’Antropiovra sfodera il suo sorriso più dolce, rassicurante e luminoso, e pronuncia parole di amicizia: “No Erminio. Tu sei un mio amico e una persona speciale. Sara non lo ha capito e per questo merita una lezione… Agguanterò la sua amica e una volta resala mia preda consumerò il mio pasto sotto gli occhi di Sara compiendo un’opera moralizzatrice su due fronti: smaschererò la finta ‘virgo lignea’ e punirò Sara”. Ottone non fa nemmeno in tempo ad abbracciare l’Antropiovra, perché è già (letteralmente) sgusciata via verso la preda prescelta: l’attacco è serrato e va a buon fine in pochi minuti. Dopo i tentacoli l’Antropiovra aziona la lingua, poi sparisce nella sua tana a perfezionare la sua opera moralizzatrice…Sara accusa il colpo, è in ansia, prende in mano mille volte il cellulare (in vacanza, sacrilegio!!!), nessuno le risponde. La sua Caporetto è compiuta! Erminio è vendicato (anche se non ce n’era bisogno), la finta virgo lignea smascherata. L’Antropiovra ha vinto ancora, l’etica trionfa e l’amicizia ha il suo nuovo paladino.
Erminio Ottone
e.ottone@yahoo.it
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