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Il pullmino di Max Pezzali
Stefano Olivari 06/08/2013
Max Pezzali è diventato di sinistra? Non esageriamo, il partito unico dei buoni è in Italia inevitabile (ci si sta lavorando da anni) ma per fortuna questo scenario non si è ancora materializzato. Però è vero che negli ultimi tempi si sta assistendo a una sua rivalutazione critica, nemmeno fosse morto. Felici noi, fedelissimi della prima ora che come tutti i fedelissimi non abbiamo avuto bisogno di anni per capire che la provincia cantata dagli 883 prima e da Max in solitaria poi non era quella di Pavia ma la provincia di tutti i ragazzi o ex ragazzi che subiscono la vita ma che al tempo stesso la sanno apprezzare senza troppe ‘menate’ (per utilizzare un termine da 883 degli albori). Con l’ultimo album, Max 20 (i grandi successi ma anche 5 inediti, fra cui la triste e bellissima L’universo tranne noi), Max ha dimostrato di poter scrivere canzoni di impatto popolare a vent’anni dai primi successi, canzoni che i fan chiederanno ai concerti e che non saranno sopportate solo come riempitivo (in Italia fra i grandi vengono in mente l’ultimo, il penultimo e il terzultimo Baglioni, ma anche il De Gregori del pur ispirato Sulla Strada che abbiamo anche comprato, all’estero i Rolling Stones, con Jagger-Richards che hanno scritto l’ultima canzone decente, Start me up, oltre tre decenni fa). In più Max è diventato credibile sia come giudice nei contest fra rapper (visto a Mtv, con Marracash a presentare: roba per appassionati, come freestyler solo lo straordinario Ensi e forse, ma proprio forse, Clementino, possono essere sopportati dai non amanti del genere) che come presentatore mainstream da Italia Uno. Ed è proprio in questa veste che è arrivato alla terza puntata di Nord Sud Ovest Est, viaggio per l’Italia insieme a Jake dei Club Dogo e a Paola Iezzi (la Paola di Paola & Chiara, per l’1% che non lo sapesse). Programma che non sta avendo risultati pazzeschi di audience, ma che è molto divertente nelle parti di cazzeggio fra i tre e un po’ meno nelle interviste ai personaggi. A quelli one shot, tipo le Lollipop o Valeria Rossi, non si sa cosa chiedere, mentre quelli che hanno fatto qualcosa in più del tormentone estivo (Cristicchi, Nek, Alexia, Alex Britti) sembrano quasi scocciati per essere stati inseriti in un calderone che percepiscono come una sorta di serie B. L’hanno presa bene, a occhio, solo Spagna, Paolo Belli e l’immenso (dovessimo scrivere un comunicato stampa diremmo ‘iconico’) Gazebo. Ma onestamente non si vede l’ora che i cantanti finiscano di parlare per tornare sul pullmino guidato da Max. Verso dove? Basta uscire più di dieci chilometri che noi stronzi ci perdiamo.