La profezia dei Maya

18 Ottobre 2021 di Oscar Eleni

Oscar Eleni nello Stupido Hotel che ti fa pagare un euro a notte se accetti di stare in diretta per 24 ore. Serve per rendere pubblica la storia dello scoiattolo che si è rifugiato nella nostra camera dopo essere sfuggito ai mostri che surgelano poveri ghiri per darli da mangiare ad una clientela da carcere a vita. In diretta col mondo protestando in nome della regina Elisabetta che a 95 anni ha dovuto prendere ordini dal medico, anche se pare voglia rifiutare il veto per la sua passione per i Martini agitati e non mescolati, valendosi della carica e della memoria per dire al dottore di andare a farsi un giro perché lei, come il Matthau di Ragazzi irresistibili, davanti alle obiezioni del nipote che gli vietava di mangiarsi un cetriolo, risponderà che l’alcol, come il sodio, li sputerà dopo averli assaporati e gustati.

Mentre Millennium ci ricorda le 50 profezie più azzardate della storia, tipo i telefoni cellulari che non sostituiranno i telefoni a filo locale e il Chaplin convinto che il cinema sarebbe stato una moda passeggera, noi ci interroghiamo sulla frase  del presidente del CONI Malagò quando dice che ai giochi Invernali (?) di Pechino ne vedremo delle belle. Cosa avrà voluto dire? Minaccia o promessa? Visione negata a noi che crediamo nella forza della spedizione in Cina e ci aspettiamo di vedere sul podio chi ha fatto così bene nell’ultima tormentata stagione? Certo non sarà sempre bingo come l’atletica a Tokyo, però le basi ci sono per un buon medagliere senza miracoli.

Allo Stupido Hotel un cliente napoletano ha chiesto ripetutamente dove si poteva trovare il mago appena licenziato dal governo neozelandese, l’unico, questo inglese di 88 anni, che si è tenuto in contatto con il collega dei Maya che ha profetizzato la fine del mondo per il 21 dicembre 2021. L’amico di Napoli è preoccupato che accada davvero proprio nell’anno in cui  potrebbero rivincere uno scudetto del calcio e, magari, salvarsi pure nel basket dove, però, devono fare meno porcherie, come diceva Gamba davanti a giocatori ignoranti, di quelle viste a Brescia.

Non avrà solidarietà soprattutto da parte di chi si toglierà il peso di andare a cercare regali natalizi spesso inutili, soprattutto adesso dove non basta più neppure il pensiero. Forse anche da molti presidenti di federazione, o club, che non vorrebbero imitare i “padroncini” della Salernitana neopromossa che ha già dato il benservito all’allenatore Castori che dopo la decima promozione in carriera si è trovato la lettera di licenziamento perché avendo asini non sapeva come trasformarli in purosangue.

Con i Maya stanno trattando anche quelli che palleggiano con  i tennisti fra miracoli e delusioni, temendo che a Torino non ci sarà neppure un italiano nella festa mondiale. Non parliamo di quelli del golf al collasso leggendo che  i nostri campioni rimbalzano spesso dal centesimo al duecentesimo posto.

Nel basket la corte di Petrucci  è indecisa. Come su tante cose. La fine del mondo eviterebbe di far sapere che non abbiamo ancora scelto gli allenatori per la nazionali giovanili, donne e uomini, magari non metterebbe in difficoltà nell’umorale Bologna il Lino Lardo che con la Virtus femminile sta trovando qualche ostacolo dopo i tormenti con la nazionale. Sulla guida dei giovani li possiamo capire: cosa serve affrettarsi se al prode Capobianco, nobile accademico e autore di libri, come dice Basket Vision, viene affidata la nazionale femminile del tre contro a Tokyo?

In via Vitorchiano non si fanno ingannare  dai progetti e dai successi della pallavolo. Loro la sanno più lunga, se avessero un Velasco non saprebbero cosa farsene. Infatti hanno ragionato in questo modo nei due anni in cui serviva il coraggio, fermando alla frontiera chi sperperava per avere giocatori anche mediocri, incapace  di crescerne qualcuno nei vivai dove si predilige il basso compenso. Chissà se ce lo diranno presentando il libro sul basket in Lombardia, un secolo di gloria nata in grandi settori giovanili, da Milano a Varese, passando per Cantù quando nell’ateneo di casa Allievi il rettore era Morbelli e i giovani venivano affidati a grandi maestri, cominciando da Taurisano. Nel libro saranno ricordati questi uomini che andavano a cercare i talenti, li coltivavano, li portavano alla maturità? Vedremo.

Adesso siamo tutti presi dagli SOS della Pinta legaiola di Gandini, dalla Santa Maria del Petrucci, dalla Nina dove ogni tanto sale la Vezzali che promette sapendo come stanno le cose in Italia fra politica e sport: a zero scarabocchio.

Confessiamo di sentirci fuori posto cercando luce nel basket dopo quattro giornate , in questo tormentato viaggio dove l’ignoranza comanda come nelle ville Inferno degli stupri, come nelle notti da incubo per quelle carnevalate del tutti insieme appassionatamente, mentre una finta paraplegica ruba meglio di chi sfila orologi preziosi dai polsi di chi non ha niente di meglio da mostrare di se stesso oltre alla riccanza e al tatuaggio, aspettando di sapere se non avremo sconti mentre tutto aumenta, felici il giusto se ai ristoranti tornano a fare il tutto esaurito, infelici il giusto per tutte queste squadracce che circolano, aspettando una terza dose.

Dunque palla al cesto con troppi allenatori ostaggio di giocatori senza arte, con una parte inventata da chi li ha fatti ingaggiare lucrando su cifre balorde. Per fortuna, dopo la farsa Fortitudo con Repesa, non ci sono altre ghigliottine in giro, soprattutto dopo la prima vittoria di Brescia che ora deve stare molto vicina all’esordiente Magro che forse ha trovato gli uomini per raggiungere la sua Itaca oltre la salvezza. Nel mondo sotto una Virtus arricchita da buoni innesti, ai piedi di un’Armani che in 10 giorni ha vinto 5 partite importanti, delicate, usando  anche italiani che valgono e non promettono soltanto, c’è parecchia tensione, soprattutto dove si fanno chiacchiere e si tirano fuori pochi dollari come ha detto  giustamente Santi Puglisi ai sofferenti di Pesaro: “Il mercato buono lo fai se hai soldi a disposizione”. Brindisi e Sassari restano nella scia delle regine inviolate che non hanno bisogno di violentare la grammatica del gioco, come in certe canzoni, per essere dove sono. Al momento Milano sembra avere trovato la dimensione che potrebbe anche preoccupare una Virtus giustamente felice per aver riportato in campo Nico Mannion e per aver trovato in Cordinier uno che potrebbe sparigliare con l’Armani dove la palla scotterà davvero.

Pagelle fra dirigenti trinariciuti, maghi da sagra paesana, critiche al miele per giocatori sensibili soltanto alla telefonata di chi li tiene sul mercato tutto l’anno: non vai in Italia, ci sono offerte da Islanda, Bulgaria, magari Nuova Zelanda.

10 Al professor LOGAN per il  finale che ha dato a Sassari la vittoria nella Treviso dove pure era stato profeta. I professionisti di qualità sono così, hanno anima, cuore, giocando sempre al massimo anche fra due grandi amori come Sardegna e Marca.

9 A MITROU-LONG che insieme al paisà PETRUCCELLI ha portato la barca di Brescia lontano da chi vede sempre e soltanto negli allenatori, mai nella società, in certi giocatori, il male di vivere.

8 Al WRIGHT sfuggito alla sclerosi multipla, che ha guidato Tortona ad una vittoria importante sul  campo di Pesaro. Lui, RAMONDINO e FILLOY per una salvezza sicura.

7 A ZANELLI, luce di Brindisi, e SPAGNOLO, meraviglia  di Cremona prestata dal Real, se ci promettono di non imitare i giovani talenti che abbiamo citato in passato diventando grigi in una giornata, più o meno come gli sfortunati che hanno copertine sui settimanali importanti.

6 Per ALIBEGOVIC e MITOGLOU perché il primo prosegue bene sulla strada aperta l’anno scorso, il secondo  ci sta facendo ingoiare i giudizi affrettati.

5 Per invidia verso Ettore MESSINA per come ha mantenuto la calma davanti a certi euro arbitraggi, a certi giocatori dell’Armani che lo hanno esasperato prima di capire che se non avessero mangiato il suo pane sarebbero volati dalla finestra.

4 A TREVISO se dovessero preoccuparsi perché i tanti impegni all’inizio di una stagione importante ora hanno messo sulle ginocchia qualcuno, illudendo qualche altro che si sentiva giocatore della provvidenza.

3 A Pino SACRIPANTI se non convincerà NAPOLI neopromossa che i depressi vivono nel passato, gli ansiosi nel futuro, mentre soltanto chi è in pace con la propria coscienza vive nell’adesso.

2 Ad AZA PETROVIC se dovesse perdere la fede che aveva all’inizio quando era convinto che Pesaro sarebbe stata molto diversa da quella caduta in casa contro Tortona.

1 A DATOME e BELINELLI finalmente rifioriti perché vedendoli così adesso Petrucci potrebbe chiedere dieci volte al giorno a Sacchetti se è davvero sicuro che non servano alla Nazionale per l’europeo. Perché se Meo cedesse sarebbero costretti a far sapere che non sono più tanto giovani.

0 A VERTEMATI se dovesse vacillare vedendo questa Varese che contro Milano sembrava nata per stupire e a Cremona sembrava fatta per mandarlo in terapia contro il mal di fegato.

Share this article