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La posizione di Hidegkuti (ovvero, Vieri non era da Inter)
di Stefano Olivari
Pubblicato il 2016-09-08
Dall’amico Max, web-cronista in cerca di consacrazione e oberato di lavoro dopo il lancio anche di SuperMegaMilan e della web tv interattiva con alla conduzione Michela, ricca, cinica e disinibita ragazza pugliese che ha frequentato la Cattolica ma ancora deve leggere il suo primo giornale, riceviamo questa mail che volentieri pubblichiamo.
Caro Stefano, qui tutto come al solito. Questa gente non si staccherebbe da Sky Sport 24 nemmeno se l’epicentro di un nuovo terremoto fosse sotto il bancone del Champions Pub o davanti al Simply di via Novara. Volevo dirti che Pier Luca è riuscito a inculare Vincenzo, e a cascata quindi me, perché ha letto su Prima Comunicazione che il lettore sta abbandonando siti e giornali per un motivo molto preciso: “la mancanza di approfondimento e l’overdose di notizie fast food”. Così da qualche settimana lui e Vincenzo leggono soltanto The Players’ Tribune, Ultimo Uomo e Undici, in più hanno già pronto un progetto vincente per intercettare il target del lettore di qualità: “Calcio antico, grandi storie di sport, icone dei nostri tempi raccontate senza concessioni al gossip e con qualità letteraria: un’isola di riflessione nell’oceano dei social network”. Il magazine si chiamerà ‘La posizione di Hidegkuti’ e sarà un mensile cartaceo di altissima qualità, centrato sugli aspetti tattici ed etici dei vari sport. Il numero zero è quasi tutto sulle Paralimpiadi di Rio, perché la gente chiede meno Zaza e più Bebe Vio, con una ventina di pagine dedicate ai movimenti che Montella ha insegnato ai difensori del Milan, redatte da un impiegato delle Generali che sogna di entrare nel mondo del giornalismo. Purtroppo il pezzo l’ho corretto io e non ho ancora capito come si muovano Rodrigo Ely e Vangioni. Va be’, lasciamo perdere… Ti ho aggiornato sulla Tuboplast? Lo farò presto, intanto mi consolo con il ritorno di Mariella: mai vista così abbronzata e con zeppe così alte, quello smalto rosa in altri tempi mi avrebbe fatto correre subito al cesso ma adesso sono maturato. Ha finto di non conoscermi, alla caviglia non ha più la catenina che le avevo regalato ma un’altra più tamarra… Dicono sia stata a Magaluf, però non lo so con certezza. E se fosse rimasta incinta di un barman acrobatico? Per il resto tutto bene, ieri per puro caso Budrieri smanettando sulla sua vecchia radio incorporata nel Rossini Hi-fi ha sentito la voce di Vieri e si è fermato sul canale, che poi era Radio Deejay. Era da Linus e per pura sfiga D.J. John era sveglio: l’ultima serata in cui ha lavorato è stata a giugno, a un festa di peruviani finita con il solito duello a bottigliate per una grassona. Sentendo Vieri raccontare la sua estate a Formentera, fra chupiti e altro, e ripensando al suo agosto a guardare il tiro con l’arco e l’atletica insieme al suocero (che ha avuto una mini-erezione per la Rossit), accecato dalla rabbia D.J. John ha spaccato un piatto che Budrieri e l’Erminia avevano preso in un imprecisato autogrill veneto tornando dalle vacanze a Cavallino, con scritto ‘Vin vecio e dona zòvane’. Budrieri poi è venuto a sfogarsi da noi, dicendo che comunque Vieri era un personaggio negativo e di sicuro non era da Inter.
‘Non è da Inter – Alla periferia della vita’ contiene le puntate pubblicate fino al giugno 2015 ed è disponibile per Kindle di Amazon e iPad-iPhone-Mac , ma anche per tutti i gli altri tipi di eReader attraverso la piattaforma di Bookrepublic. Prodotto da Indiscreto, ma giusto perché non lo abbiamo voluto dare a Mondadori e Feltrinelli, costa 4,99 euro. Il cialtronismo della cifra non è nostro, in periferia sappiamo benissimo che si tratta di 5 euro, ma dei poteri forti dell’e-commerce che pretendono che un prezzo termini in questo modo.
Avvertenza per i nuovi lettori: Non è da Inter trae ispirazione dalla realtà, ma non è la realtà. Chi lo ritiene volgare o si ritiene offeso può semplicemente non leggerlo.