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La perfezione di Eva, l’età di Umberto Tozzi
Paolo Morati 16/12/2016
Siamo arrivati al punto in cui gli inediti sono diventati superflui e si può ricominciare tutto da capo? Il dubbio ci è venuto in questi giorni mentre riascoltavamo Eva, un vecchio brano di Umberto Tozzi risalente al 1982, e che alle nostre orecchie è in realtà suonato modernissimo. Avrà influito il fatto che lo conoscevamo molto bene e che riteniamo l’autore torinese il primo rivoluzionario del pop italiano votato all’internazionale, ma se confrontato in gran parte di quello che oggi viaggia tra etere e rete spacciato per ultima grande novità da veicolare attraverso le cuffie il dubbio di cui dicevamo è diventata certezza e saremmo pronti a sollecitare un esperimento. Così fatto.
Radio, accordandovi con Tozzi provate a raccontare ai vostri giovani ascoltatori che è appena uscito un nuovissimo brano (Eva appunto) e martellatelo in playlist per qualche giorno. Allo stesso modo fate girare su Youtube un video creato ad hoc, uno di quelli che raccontano una bella storia (‘bella lì, raga’), con una sceneggiatura adatta al tema del brano, decisamente dall’ambientazione post atomica, alla Mad Max per intenderci. E magari (chicca finale) fate finta che il cantante sia uscito da un talent show di quelli che ormai impongono le voci, anziché un signore che oggi ha 64 anni e all’epoca già aveva alle spalle anni di gavetta e successi non solo nazionali. Quale sarebbe il risultato per le orecchie vergini dei tempi correnti? Per noi vagonate di streaming e view, oltre ad acquisti online. E per diverse ragioni.
In primo luogo perché Eva è una bella canzone, elegante, con un arrangiamento sintetico e raffinato. La melodia si ripete, nascondendosi tra rintocchi diversi di archi e tastiere, rimanendo in testa, e le esplosioni sonore ben dosate senza rumoreggiare. Il testo è al massimo delle capacità di Giancarlo Bigazzi, con rime che si ficcano in testa, immagini evocative, il giusto tocco di romanticismo che piace alle ragazze, ma anche le inquietudini maschili sempre pronte a salvare la situazione. Una proposta folle? Su, coraggio cari DJ, non chiedetevi se vi (e a chi) conviene, provate a fare qualcosa di diverso per sollecitare la generazione dei talent anche se a guadagnarci magari saranno solo Tozzi e gli eredi di Bigazzi.
A questo punto sappiamo bene che in pochissimo tempo i nuovi ascoltatori scopriranno che è una canzone vecchia ma l’amo sarà gettato verso quel passato che talvolta è molto più futuro del presente, mentre nel contempo qualcuno con il baffo sotto al naso sorriderà a questa nostra proposta forte della sua superiorità. Ma noi come sempre passiamo oltre e invitiamo all’ascolto di tutto l’omonimo album. Uno dei più innovativi e scarni di Tozzi dopo le virate retro punk di Stella stai e la sbornia rock romantica di Notte Rosa, e già raccontato benissimo sull’ottimo Italian Folgorati. Per scelta poco promosso all’epoca, Eva è un disco tutto da sentire e capire, con urgenza. Perché, la vita, alla fine è solo un flash.
Il nostro amore è l’ultima astronave, Eva, staremo stretti ma ci salverà come un uovo di eternità, che si torna ad aprire