La pensione araba di Muntari

28 Luglio 2015 di Stefano Olivari

I 7 milioni netti all’anno che Sulley Muntari guadagnerà in uno dei mille Al-Ittihad (in arabo significa ‘Unità’, questo di Muntari ha sede in Arabia Saudita) sembrano uno scherzo quasi come gli 8 lordi che Giovinco sta prendendo a Toronto o i 10 (sempre lordi) che i resti di Anelka stanno prendendo in Cina, paese che ha fatto la fortuna anche di tutti i discendenti fino all’anno 3000 di Asamoah Gyan, che viaggia vicino ai 16. Tutte cifre difficili da verificare, visto che non si sta parlando di club quotati in Borsa, ma che indicano una tendenza chiarissima: i cosiddetti nuovi mercati, da quelli nordamericani a quelli asiatici, hanno bisogno sì di una crescita del prodotto locale e delle rispettive nazionali, ma soprattutto sono affamati di nomi per la loro attività quotidiana. E il nome te lo dà ancora la vecchia Europa, dove si gioca ancora il miglior calcio e di sicuro l’unico calcio che interessa al di fuori dei circuiti locali. Continua sul Guerin Sportivo.

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