La panchina corta dei Lakers

6 Febbraio 2014 di Stefano Olivari

Questa stagione dei Lakers passerà alla storia non certo per i risultati (playoff impossibili) o per i giocatori di prospettiva (non ce n’è alcuno, i dirigenti aspettano le decisioni di Kobe: si ritira o no?), ma perché a Cleveland la squadra di D’Antoni ha rivelato al mondo l’esistenza di una regola da corso avanzato per arbitri NBA. Una regola che molti appassionati adesso faranno finta di conoscere (noi la ignoravamo). In sintesi ecco i fatti: la squadra si presenta al palazzo con soli 8 giocatori in tenuta da gara, roba da squadra italiana che paga gli stipendi con 6 mesi di ritardo, ma tira fuori la migliore prestazione dell’ultimo mese trascinata da Steve Blake (tripla doppia!) e da un Ryan Kelly che sembra tornato quello di Duke. Il ginocchio sinistro di Nick Young prende un giro sbagliato all’inizio del secondo quarto, si rimane in sette ma si tiene duro fino al quarto quarto quando dopo un lay-up Farmar si blocca per un crampo. D’Antoni invita a non difendere, situazione da facili battute, ma quasi subito Kaman esce per falli. Farmar eroicamente prova a tornare in campo, ma dopo poche azioni si rifà male. In cinque, difendendo ancora meno, si arriva a 3′ e 32” dalla fine, quando anche Sacre commette il suo sesto fallo, su C.J. Miles. Lakers in quattro! Mai vista una cosa simile nella NBA moderna. E infatti… La regola non dice che fino a due (in modo da potere eseguire le rimesse) si può teoricamente giocare? Come i sette del calcio, per dire, di cui si è parlato per Salernitana-Nocerina… Solo che gli arbitri fischiano un fallo tecnico contro i Lakers, nonostante nessuno abbia protestato, tantomeno Sacre. Spiegazione: nella NBA, al contrario che nel basket FIBA, esiste una regola che dice che in meno di cinque in campo non si può stare. Nel caso, fra infortunati e usciti per falli, non si raggiunga il numero di cinque, l’ultimo degli usciti per falli rimane in campo ed ogni suo fallo personale diventa un fallo tecnico. Situazione non inedita, già accaduta 4 anni fa in un Warriors-Blazers, ma che nessun componente delle due squadre in campo conosceva. Sicuramente non Steve Nash, spettatore in borghese e corso negli spogliatoi per cambiarsi subito dopo il sesto fallo di Sacre. Editoriale di D’Antoni: “Non conoscevo questa regola, ma mi sembra un buona regola”. Curiosità. Nei tre minuti e mezzo finali, con Sacre che stava a 3 metri dall’avversario più vicino, i Lakers hanno avuto un parziale di più 1 e un memorabile, davvero ‘for the ages’, canestro da tre di Blake, portando a casa un 119-108 importante. Non facendo sbracare questo gruppo davvero modesto D’Antoni ha lanciato un segnale. E non essendo una persona sgradita a Bryant…

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