La notte del miracolo

15 Aprile 2011 di Igor Lario Novo

di Igor Lario Novo
In Germania parlavano del 5 a 2 di Milano come del Wunder (das Wunder, il miracolo). Se n’è dovuto parlare anche in Italia. Con riferimento alla rimonta nerazzurra. Se n’è dovuto parlare per forza. L’ha ammesso anche uno degli inviati della Gazzetta dello Sport a Gelsenkirchen, intervistato dalla televisione svizzera poco prima della partita.
 

Il secondo miracolo però non c’è stato, come facilmente prevedibile (mai c’è stata una rimonta simile in una trasferta europea, di sicuro la prima squadra che ce la farà non sarà fisicamente sulle ginocchia) da chiunque non fosse molto interista o molto ant-interista. Nella confererenza stampa pre-gara (letta sulla Sueddeutsche Zeitung) Ralf Rangnick non ci pensava proprio. Rilassato. Sorridente. Aveva detto: “Si parte dallo 0 a 0. Giochiamo per vincere. Ci qualificheremo”. Leonardo e Javier Zanetti, dal canto loro, ci credevano o fingevano di farlo per tenere vivo l’ambiente. “Tutto può succedere. Se loro hanno vinto 5 a 2 a San Siro, noi qui possiamo fare anche meglio. Dobbiamo solo commettere meno errori”.
Javier Zanetti ha poi concluso appunto con il fatidico sprone: “Dobbiamo crederci!”. A lui non crede probabilmente più nessuno. È lì perché si possa dire che nei momenti difficili ci mette comunque sempre la faccia (con José Mourinho era andato un po’ in astinenza). Ma la faccia è quella solita. Quella degli “Dobbiamo imparare dai nostri errori” e del “Adesso dobbiamo stare uniti”, con una spruzzata di “Dobbiamo giocare tutte le partite da qui alla fine come finali”. Faccia già vista. E che di solito non porta nulla di buono. Avevano ragione i tedeschi. “Es darf gelacht werden!”, ripetevano alla vigilia. Ci sarà da ridere. E infatti! L’Inter ha fatto abbastanza ridere. A cominciare proprio dal suo capitano (guardare l’azione e il gol di Benedikt Höwedes e imparare). Non pervenuti!
I quotidiani di mezza europa osannano Raúl González Blanco.
La sua foto è dappertutto. A lui sono dedicati la maggior parte dei commenti. Prestazione maiuscola la sua. Con un gol e un assist. Uno più bello dell’altro. Per Die Welt è “il re”. Per il Telegraph e l’Independent “il talismano”. Il Guardian parla di “uno splendido Raúl”. AS di “una stella”. L’Équipe nota un “mondo alla rovescia” e spiega di come il miglior realizzatore della competizione europea (72 reti) abbia segnato grazie ad un “enorme errore di Lucio”.
Per quel che riguarda l’Inter, poca tenerezza.
Riprendiamo il commento del Telegraph: “…L’Inter non è nemmeno lontanamente riuscita a creare un numero sufficiente di occasioni per l’improbabile rimonta che i campioni d’Europa in carica speravano di propiziare, con il solo Thiago Motta a mettere il suo nome sul tabellino delle marcature”. Ancora: “L’Inter paga il conto della propria incapacità di creare occasioni degne allo scoccare della mezzora quando Raúl infila chirurgicamente”. Sull’1 a 1, “l’Inter ha avuto un buon momento di possesso palla, ma, di nuovo, non è riuscia a creare occasioni nitide per andare in vantaggio. Diego Milito e Samuel Eto’o sono stati costretti a tentativi da fuori area, che però non hanno creato nessun problema a Neuer”. Dopo il vantaggio di Höwedes “la partita si è spenta lentamente. Uno Schalke rilassato ha concesso il possesso all’Inter, senza che gli ospiti riuscissero a determinare nulla, sapendo di essere a un passo dal dovere restituire la Coppa”. Leonardo stavolta poteva fare poco. Quel poco l’ha fatto. Purtroppo per lui anche la sua squadra ha fatto poco. Troppo poco. E alla fine lo Schalke festeggia meritatamente il suo miracolo.
Igor Lario Novo
(in esclusiva per Indiscreto)

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