La ‘modestia’ del tenente Colombo

3 Settembre 2013 di Paolo Morati

L’interessante discussione scaturita dal nostro intervento su Law & Order ci impone di parlare della serie investigativa per antonomasia, ossia Colombo (Columbo in originale), interpretata da Peter Falk. Serie che rispetto ai format canonici svela subito l’assassino per poi scatenare sulle sue tracce il tenente italoamericano dalla moglie misteriosa. Ed è qui che risiede il segreto di un tale successo, oltre alla magistrale figura di Falk (doppiato in modo eccellente da Giampiero Albertini e che non fu la prima scelta per il ruolo, che doveva essere – tra gli altri – di Bing Crosby) che gioca sempre come il gatto con il topo ponendosi come sgualcito ometto trascurato per poi insinuarsi nelle trame dell’assassino fino a farlo capitolare dopo aver messo a posto tutti gli immancabili dettagli che non tornano. Ecco, un altro punto importante di questa serie partita qualitativamente di gran carriera nel 1967 con l’ottimo film-tv Prescrizione Assassinio (appunto…), e un Falk più giovane e meno spiegazzato di quanto non si vedrà poi in futuro, è proprio il colpevole spesso impegnato in schermaglie all’ultima resistenza per non cadere nelle trappole del tenente.

A partire poi dal pilot Riscatto per un uomo morto, sugli schermi televisivi americani nel 1971 mentre in Italia uscì nel 1978 dapprima nelle sale cinematografiche, è quindi cominciata la leggenda di un personaggio apparentemente (volutamente?) modesto e distratto, inserito in sceneggiature il più delle volte di grande spessore. Noi siamo dei grandi appassionati delle stagioni classiche, quelle precedenti al suo ‘ritorno’ anni ’90, che trasudano di ambientazioni e colori dell’epoca con un Colombo meno gigionesco e macchiettistico e dei cattivi di grande spessore a quali non si può non rimanere affezionati. Attori come Jack Cassidy, Patrick McGoohan, Donald Pleasance, Dick Van Dyke, William Shatner, Robert Culp e molti altri ancora sono stati coinvolti dalla produzione per dar vita a splendidi avversari (e avversarie). Senza dimenticare i vari registi a cui sono state affidate le storie tra cui anche uno Steven Spielberg agli esordi proprio per il primo episodio ufficiale (Un giallo da manuale).

Un ‘format’, quello del tenente Colombo, sostanzialmente irreplicabile e per questo costantemente ritrasmesso con un successo di pubblico sempre importante. Impossibile infatti non soffermarsi a guardarlo pur sapendo ormai anche le battute a memoria. E difficile fare parimenti una classifica degli episodi migliori. Da non mancare oltre a quelli già citati anche L’arte del delitto (con uno straordinario Ross Martin, stagione 1), Il terzo proiettile (antagonista l’impassibile Ray Milland, stagione 2), L’uomo dell’anno (un emotivo e appassionato Donald Pleasance, stagione 3) e L’illusionista (lo storico ‘Grande Santini’ di Jack Cassidy, stagione 5). Con il pregio che la qualità si è mantenuta sempre costante tanto che anche nell’ultima stagione classica, la settima rilasciata in USA tra il 1977 e 1978, sono presenti grandi episodi compreso quello dall’incauto titolo italiano di Un delitto perfetto (originale Make Me as a Perfect Murder, la colpevole è interpretata da Trish VanDevere) che alla fine Colombo riuscirà, come sempre, a rendere imperfetto.

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