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Attualità

La MMA dei fratelli Bianchi

di Indiscreto

Pubblicato il 2020-09-18

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Gabriele e Marco Bianchi sono in questi giorni i fratelli più famosi d’Italia, per diversi motivi e tutti negativi: dal coinvolgimento nell’atroce uccisione di Willy Monteiro Duarte ad altri da Italietta, come il reddito di cittadinanza, passando per tanti episodi di violenza e un atteggiamento da tronisti Instagram, fra tatuaggi, sguardi da Gomorra e selfie criptogay. Nel nostro orticello sportivo ci ha colpito anche l’associazione che i media hanno fatto fra la loro passione per l’MMA e la delinquenza. In altre parole: chi frequenta palestre o corsi di arti marziali è un criminale più o meno represso?

Che cos’è l’MMA, prima di tutto? Acronimo di Mixed Martial Arts, è uno sport da combattimento che nella sostanza è la sintesi di vari sport da combattimento: boxe, kickboxing, muay thai (il primo combattimento di muay thai, anche da spettatore, non si scorda mai), lotta, eccetera. Non addentriamoci nelle mille sigle che sono il tumore di questi sport con diecimila sedicenti campioni, ma che in realtà propongono soprattutto personaggi (il più famoso, anche se non il più forte, è Conor McGregor, che tre anni fa nella boxe ‘normale’ sfidò Mayweather, perdendo dignitosamente per ko tecnico al decimo round), e veniamo al punto.

C’è una correlazione, non un rapporto causa-effetto ma una correlazione, fra la pratica dell’MMA, o in generale di un sport di combattimento, e la violenza fuori dal ring-gabbia? Secondo noi no, anzi a parità di zona chi sta dentro le palestre è di solito molto meglio di chi staziona nel bar di fuori. Non è evidentemente il caso dei fratelli Bianchi, la cui stessa esistenza ci sembra inconcepibile al di là degli eventuali reati. Ma l’etica dello sport, anche e soprattutto di quelli da combattimento, è senza dubbio superiore a quella media della vita borghese. Poi il discorso è un po’ quello fatto più volte per le auto: gli automobilisti non sono di base assassini, ma in determinate condizioni hanno a disposizione un’arma per poterlo essere. Magari un esperto di krav maga ha un grande autocontrollo, magari no.

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