La mancanza di Gheddafi, Mourinho e Moggi

10 Marzo 2011 di Igor Lario Novo

di Igor Lario Novo
I giornali tedeschi e francesi hanno analizzato gli ottavi di Champions elencando le ragioni del declino del calcio italiano. Che noi attribuiamo solo ai risultati, a un pallone che finisce sul palo invece di entrare in porta…

Spazio alle testate tedesche e francesi, per la puntata odierna. Sueddeutsche Zeitung lapidaria, in un piccolo trafiletto nel quale si riporta il meritato passaggio del turno dello Schalke 04 ai quarti di Champions League: “Italienische Krise!” il titolo. Crisi italiana! Dopo la magra figura della Roma a Donetsk, anche il Milan è fuori dalla Champions. Schalke e Barcellona ai quarti, riporta brevemente il quotidiano tedesco.
Interessantissima, invece, la pagina del Zeit.
Che analizza la crisi del grande calcio italiano da un punto di vista politico, visti gli stretti legami di Juventus, Roma e Inter con “il petrolio libico”. L’articolo dice in sostanza che i soldi di Gheddafi mancano al calcio italiano. Prende le mosse dalla Juventus, che in altri tempi avrebbe già fatto saltare l’allenatore dopo la disfatta con il Milan, ma che oggi deve fare i conti il blocco ordinato dalla Banca d’Italia di tutti i fondi libici, e visto che il 7.5% delle azioni della Juventus è in mani libiche, si rinuncia ben volentieri al cambio dell’allenatore! Anche la Roma ha le mani legate, per via della vendita della società organizzata da Unicredit (pure in mani libiche per il 7.5%). Ce n’è infine anche per l’Inter di Moratti. La cui Saras raffina per il 40% petrolio di provenienza libica: essendo così costretta, in questo periodo difficile, di aumentare la quota caucasica. L’articolo conclude ironicamente sulle reazioni dei giocatori dell’Inter (notoriamente molto attivi sul fronte della beneficenza nei propri paesi d’origine) che non si sono ancora sentite.
Di respiro sportivo molto ampio il commento de Le Figaro, che fornisce alcuni spunti sul “perché il calcio italiano non vada più”.
Avvalendosi per questo del supporto di Massimo Franchi, redattore capo di Tuttosport. Così recita l’articolo della testata francese: “Con l’eliminazione del Milan e della Roma per mano del Tottenham e dello Shaktar Donetsk, non resta che l’Inter a difendere i colori italiani in Champion League. CLUB IN CRISI SUL FRONTE EUROPEO. Nella classifica UEFA, la Germania (3a) ha superato l’Italia (4a). La Germania potrà quindi avere 4 squadre nella Champions League 2012-2013, mentre l’Italia si dovrà accontentare di 3. Logico se guardiamo alle recenti ripetute sventure. L’incoronazione di Inter (2010) e Milan (2007)? Pagliuzze che nascondono la trave. Nel 2008 solo la Roma è giunta ai quarti. Nel 2009 l’Inter e la Juve erano uscite già dagli ottavi. Quest’anno non si contano già più rappresentanti in Europa League. Battuti a casa loro nei match d’andata del turno di Champions League, la Roma (eliminata dallo Shaktar), il Milan (eliminato del Tottenham) e l’Inter (che giocherà la prossima settimana a Monaco) hanno confermato uno stato di salute preoccupante. «Si potrà dire che il calcio italiano è seriamente malato se nessuna squadra passerà il turno», confessa Massimo Franchi, redattore capo di Tuttosport. E l’Italia è d’accordo nel dire che la vittoria dell’Inter nel 2010 è stata soprattutto la vittoria di Mourinho. Brusca inversione di tendenza per quest’anno! I nerazzurri, distanziati 5 punti dal Milan, hanno conosciuto un inizio di campionato catastrofico, segnato dalla destituzione di Benitez. Poi Leonardo ha raddrizzato il timone e i due grandi club milanesi hanno risposto presente, almeno in Italia (ciò che non è nemmeno più il caso per la Juventus). JUVENTUS SIMBOLO DEL DECLINO. Monumento in pericolo, la Juventus simbolizza da sola la crisi italiana. Ha sostituito 6 allenatori dal 2006 e comprato 15 giocatori solo quest’anno. In perdita netta. Relegata a 20 punti dal Milan, la Vecchia Signora non ha praticamente più nessuna chance di disputare la Champions l’anno prossimo. A credere a Massimo Franchi, i supporter torinesi avrebbero nostalgia degli anni di Luciano Moggi, direttore generale dal 1994 al 2006, messo da parte dopo lo scandalo delle partite truccate. «Gigi Del Neri non è in grado di sostenere la pressione. Ha lasciato partire Trezeguet in cambio di giocatori di quarta categoria. Sicuramente c’è stato questo scandalo a proposito degli arbitraggi, ma Moggi aveva almeno il naso per prendere i migliori. Tutti lo rimpiangono oggi.» Unico raggio di sole per la squadra più titolata in Italia, la Juventus diventerà il primo club italiano proprietario del proprio stadio. Un impianto nuovo da 41000 posti, che sarà pronto quest’estate. Un’eccezione in una Serie A minata di installazioni vetuste. UN CAMPIONATO AL RALLENTATORE. Con lo smacco subito con la candidatura per Euro 2016, la modernizzazione degli impianti calcistici non si farà. Gli italiani non vanno più allo stadio nei fine settimana. Con 23129 spettatori di media, l’affluenza della Serie A si avvicina a quella francese (19494). Distante da quella inglese (35074) o tedesca (41503 spettatori). A partire dal 2007, le leggi più repressive hanno allontanato lo spettro della violenza attorno agli stadi, ma gli spettatori diminuiscono costantemente a causa di uno spettacolo non sempre all’altezza. Solo la massima serie francese (2,33 goal a partita) si rivela meno prolifica della Serie A (2,42). Campionato di riferimento negli anni ’90, il “Calcio” non attira più le stelle, ad eccezione delle due milanesi. Dopo il passaggio di Kaka dal Milan al Real nel 2009, Eto’o all’Inter è stata una delle rare stelle a splendere sull’Italia. E i rossoneri ingaggiano spesso giocatori in declino, come Ibrahimovic o Robinho. Le vedette italiane invecchiano e il paese non produce più grandi registi, come un tempo. E se i giocatori di caratura internazionale non escono dall’Italia, i tecnici di fama lavorano ormai in Inghilterra (Capello, Ancelotti, Mancini, …). IL RISCATTO DELLA NAZIONALE SI FA ATTENDERE. Al Mondiale 2010, Marcello Lippi ha fatto affidamento sui campioni del mondo. E ha avuto torto. L’Italia è stata infatti eliminata al primo turno. Ultima del suo gruppo, dietro la Nuova Zelanda! «Lippi ha fatto un errore incredibile a non cambiare i giocatori del 2006. Cesare Prandelli ha portato una nuova filosofia», afferma Franchi. Appuntato dopo il fiasco mondiale, il nuovo selezionatore italiano a convocato una decina di debuttanti, abbassando l’età media della nazionale da 29 a 25 anni. Mario Balotelli, 20 anni, è il simbolo di questo nuovo corso. All’Italia mancano ancora però giovani talenti per tornare ad essere una nazione faro: «Ogni club ha un centro di formazione, ma non c’è una Clairefontaine italiana per i giovani» continua Franchi (Clairefontaine è il centro nazionale di formazione per i giovani calciatori della Federazione Francese, ndr). In Italia regna l’immobilismo. Giancarlo Abete, presidente della Federazione, rappresenta è sintesi delle critiche generali: «Non dice mai né si, né no. Non si è mai nemmeno sognato di rassegnare le dimissioni dopo il Mondiale», seguita Franchi. Il calcio italiano dovrà rimettersi in riga, se non vorrà sprofondare!” conclude Le Figaro.
Ci vedono in difficoltà! Ma i nostri, possiamo scommettere, si indigneranno. Magari ricordando che per Juventus-Milan una volta si collegava tutto il mondo. I famosi due miliardi di telespettatori…Che nostalgia, che tempi!

Igor Lario Novo
(in esclusiva per Indiscreto) 

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