Attualità

La Liguria senza i milanesi

Stefano Olivari 13/05/2020

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La prossima estate i non moltissimi che andranno in spiaggia in Italia avranno uno spazio vitale di più di 20 metri quadrati, se le misure di distanziamento imposte dall’Inail saranno confermate e non ammorbidite da decreti di cui abbiamo ormai perso il conto. L’ente pubblico ha infatti stabilito una distanza di 4,5 metri fra ombrelloni della stessa fila e di 5 metri con gli ombrelloni delle file avanti e dietro.

Prevedibili le reazioni dei gestori degli stabilimenti balneari, in particolare di quelli liguri, che hanno ricordato la media di spazio per ombrellone in Liguria: 5,5 metri quadrati. Una stima credibile, chiunque sia stato in almeno una decina di spiagge della Liguria, anche di livello differente (noi 67 in 23 paesi diversi, il giochino da coda in autostrada è sempre quello di contarle), può confermarlo. Ripetiamo: 5,5 metri quadrati per ombrellone, nemmeno per persona. Invitiamo a misurarli dal punto in cui vi trovate adesso.

In altre regioni lo spazio nelle spiagge strutturate è maggiore, ma non così tanto. Si dirà: ma in Liguria c’è poco spazio e molte spiagge (spesso nemmeno spiagge, ma quattro pietre buttate lì, con scalette arrugginite per calarsi nell’acqua) non potrebbero far tornare i conti se non stipando come sardine i turisti, i proverbiali milanesi da spennare e da trattare anche con sufficienza (“Eh, ma si sa, il carattere dei liguri è così…”). Un discorso che per noi amanti del libero mercato ha senso: la gente continua ad accorrere in massa per farsi respirare sul collo da una famiglia di sconosciuti? Giusto continuare così, il cliente ha sempre torto.

Adesso Inail e governo per motivi pseudo-sanitari stanno facendo saltare il giochino, che osservato dall’esterno mostra tutta la sua follia: se hai una lingua di spiaggia non è colpa di nessuno, non puoi pretendere di essere la Polinesia o anche soltanto la Calabria. Anche noi vorremmo scrivere il romanzo del secolo, ma non siamo capaci e scriviamo, anche con passione, di Chiellini: non puoi mettere 100 se c’è spazio per 25. Ci domandiamo come abbiamo potuto per anni, forse per decenni, considerare vacanza una roba del genere, in Liguria e altrove. Conclusione: nel 2020 occorrono clienti disposti a pagare il quadruplo dei già non modici prezzi del passato oppure gestori disposti a guadagnare l’80% in meno.

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