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Basket

La generazione senza Mondiale

Oscar Eleni 03/02/2014

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Oscar Eleni mentre accarezza la scrofa semilanuta della sala Alessi nel palazzo del Comune di Milano dove vengono ricevuti anche i capi di stato, non soltanto il circo del basket che darà vita alle finali di coppa Italia da venerdì prossimo. Dove, purtroppo, si allestiscono anche camere ardenti. Ma non essendo la palla al cesto paragonabile al Manzoni ci teniamo in disparte travestiti come Tata Matilda, nella speranza di avere i poteri della immensa Emma Thompson per cambiare tutto come speriamo possa fare il Comune di Milano per gli sport al coperto.

Una chiavetta magica per sapere tutto e la squadra di Dario Colombo è davvero magica, ci fa sentire meno freddo anche se teniamo bene in vista l’ombrello per evitare ai facoceri di avvicinarsi troppo e qualcuno con la faccia di bronzo vorrebbe farci credere di sostenere il cielo del basket come le cariatidi della grande sala dove ci ospita l’assessora Bisconti, dove RCS fa tutto bene con il suo presidente Raimondo Zanaboni, ex giocatore delle giovanili Olimpia, che dice le cose con amore come ci aspetteremmo da tutti. Lo fa il rappresentante della BEKO che è uno sponsor caloroso anche se noi siamo in lavatrice e spesso in frigorifero, lo fa Arturi, vicedirettore della GazzaBet affermando che il basket italiano è richiesto dai lettori della rosea esattamente come la NBA. Bene. Presentazione affidata al fervore di Edy Dembinski che  sarà nel quintetto della tre giorni al Forum dove avremo anche il bordocampista. Mancava Peterson, eppure la Gazza stream sarà in diretta. Peccato. Mancavano Banchi, Dalmonte e Sacchetti. Pazienza. C’erano i capitani delle loro squadre. Alla consolle l’inesauribile Botta che lavora per gli altri, per il bene comune, mai per apparire. Una rarità. C’era anche un simpatico illusionista. Ne abbiamo bisogno.

Facce tristi e facce allegre. Perché travestirci da Tata Matilda? Per chiedere alle Muse di non farci più passare una settimana come questa della farsa wild card dove la FIBA si è finalmente smascherata. Contenti che al Mondiale vada la Finlandia? Loro dicono di sì, attraverso il Kamil Novak felice che tre delle “matte” mondiali siano andate all’Europa. E sicuro che ci saranno tutte  quelle che meritano nel Vecchio Continente? Non lo diciamo perché l’Italia si è chiamata fuori quando la sua intelligence internazionale non aveva ancora realizzato che la Cina si era ritirata. Chi aveva applaudito Petrucci per la scelta logica adesso lo bastona. La realtà è che anche avendo Hackett, ma non potendo contare su Gallinari, ci saremmo comunque trovati nel gorgo della media forza. Certo molte le avremmo battute, ma in Europa, non dimentichiamolo, siamo sempre ottavi e non è detto che Grecia e Turchia, loro sì ammesse alla fiesta spagnola, si ripresenteranno con le squadre improponibili della Slovenia. Vero che la vetrina mondiale avrebbe dato tutto un significato diverso all’estate di Azzurra Tenera, verissimo che non vedremo il Mondiale sui nostri schermi televisivi, ma nel lavoro di ricostruzione della casa Italia forse ci servirà di più l’umiltà per passare le qualificazioni anche se le affrontiamo come testa di serie. Insomma non cambiamo idea sulla rinuncia soltanto perché la Finlandia ha preso un posto che potevamo avere noi. In fin dei conti a Capodistria era la squadra con il seguito più caloroso e colorato. Comunque sia la persecuzione continua perché nel nostro girone a tre ci hanno messo con la facile Svizzera e la temibilissima Russia. Per fortuna che eravamo teste di serie.

Torniamo alla coppa Italia che ha una sola grande favorita, la Milano di Luca Banchi. Sì, la squadra è proprio tutta sua e non è vero che utilizzare lo psicologo sia sbagliato, lo faceva già ai suoi tempi Messina, il mental coach era una trovata di Scariolo nell’anno del disastro. Nessuna confessione tradita. Basta chiedere agli interessati. Banchi aveva la psicologa pure a Siena e siamo andati per intuizione, non  è vero che lo abbiamo mai frequentato a Milano per rubargli il “segreto”.  Purtroppo non siamo mai riusciti ad andare ad una cena con lui come ci eravamo ripromessi. Ai mestatori di professione piace raccontare cose mai avvenute, sono nati per portare l’inquisizione dove non è necessaria. Si divertono così. Meglio.

Dunque le facce alla sala Alessi, dove Pino Sacripanti ha portato il suo rene martoriato dalle coliche, da un calcolo operato due volte, la sua delusione per la sconfitta nell’amata Pesaro dove Dell’Agnello tenta il miracolo che sembrava impossibile. Salvarsi.

Non era felice neppure lo Zare Markovski infilzato dalla Varese che potrerbbe rientrare nelle otto alla fine, così come Avellino che ha sbancato la Roma rappresentata a Milano dal suo capitano eterno Tonolli. Sereno come giusto che sia  il Piero Bucchi che ha un po’ ridimensionato il grande lavoro di Pancotto per salvare Cremona, pronto a giocarsela con Brindisi prima con Venezia e poi con la vincente di Roma e Siena che non ha più le armi per difendere il trofeo vinto l’anno scorso e così tante  volte, anche se Marco Crespi è un tipo che ai leoni sa guardare negli occhi, peccato che non tutti i suoi giocatori la pensino alla stessa maniera.

Felice, ma non contento, il Menetti di Reggio Emilia che ha sofferto più del previsto per piegare la Montegranaro miracolosa che soltanto un credente come Recalcati può far giocare alla pari con tante squadre anche quando si infortuna Mayo, il suo miglior attaccante. Reggio Emila per stare nella corsa dovrebbe battere Cantù quando al Forum, dove la RCS ha finalmente invitato mille bambini delle scuole medie ed elementari milanesi, ci sarà il pubblico che dovrebbe portare oltre le 25 mila presenze dell’ultima edizione perché questa Milano è una calamita forte e ha i mezzi, gli uomini, per ridare alla città un trofeo che manca dall’altro secolo. Non mancherà il fuoco canturino nel quarto contro Reggio Emilia, difficile credere che questa  squadra di Sassari, così ondivaga, possa davvero impensierire l’Emporio che contro Caserta ha mandato un messaggio importante e definitivo: la sua difesa può garantire buoni risultati anche in seratate di attacco anemico, anche in partite senza Daniel Hackett che ha davvero cambiato il corso della storia in questo campionato che già all’inizio, comunque, non presentava rivali in grado di battersi contro Milano al meglio delle cinque o delle sette partite.

Pagelle con l’idea che la coppa Italia non sarà come il Super Bowl vinto da Seattle per la prima volta contro i favoriti di Denver, perché la nostra previsione oggi è questa: Roma batte Siena, Brindisi dovrebbe piegare Venezia anche se Markovski non è mai avversario facile. In semifinale diciamo Brindisi se Roma non sistema il centrocampo privo di Taylor.

Nell’altra parte del tabellone diciamo Cantù su Reggio Emilia che, però, ha ritrovato l’anima di Kaukenas, mentre Milano ha l’80% di possibilità su Sassari e poi almeno il 70% nella semifinale per arrivare alla sfida per il titolo domenica sera alle 18. Allora si possono giocare partite fra il calcio pomeridiano e quello serale caro Tiberti, basta essere razionali e non combattere contro i mulini a vento.

10 A Luca VITALI assenza grave per questa Reyer che si sarà reso conto di cosa vuol dire diventare un direttore d’orchestra adesso che tutti riconoscono come l’Umana senza di lui sia costretta a volare nella nebbia. Basta che si ricordi cosa vuol dire fare il regista e difendere.

9 Al veterano BULLERI che ha ridato luce alla Brindisi costretta adesso a chiedersi se il suo metronomo potrà essere in campo venerdì nelle kermesse del Forum che si inizia alle 13 e finirà verso le 23.

8 A Fabrizio FRATES per aver dimostrato che se una società fa muro si possono risolvere tanti problemi e ora Varese ha tutti i mezzi per correre fino ai play off dello scudetto.

7 Al doge VITUCCI capace di convincere la nuova dirigenza di Avellino che le squadre si costruiscono quando tutti remano dalla stessa parte  e che non è impossibile fare belle partite anche senza mercenari strafottenti da accontentare sempre.

6 A Ferdinando MINUCCI che dovrebbe essere il nuovo presidente della Lega se nel passo verso la gestione della grande comunità riuscirà prima ad assicurare l’esistenza in futuro della sua inimitabile Mens Sana e poi se riuscirà a convincere i presidenti della serie A che la sua elezione avrebbe un senso soltanto se ci sarà unanimità. Lui dovrebbe chiedere questo, vedremo come andrà a finire e il fatto che a sostenerlo siano Anna Cremascoli e Livio Proli dovrebbe già spiegare tante cose a chi crede che questo Emporio non sia nato dalla costola di chi è stato padrone per tanto tempo.

5 Alla JUVENTUS che domina incontrastata il calcio italiano perché quando la gente dice troppo bianconero nello sport di vertice dimentica che il troppo biancoverde del basket, in passato, faceva allontanare tutti dal nostro sport con la scusa che non c’era competizione.

4 Ai ragazzi della VIRTUS BOLOGNA che hanno fatto un giuramento per battersi in difesa dopo aver lavorato una settimana con Valli. Potevano giurare e capire anche prima che i successi li costruisci con quello che hai, partendo dal sacrificio collettivo per aiutarsi dietro.

3 Al Paolo MORETTI che al momento sembra davvero l’allenatore dell’anno perché siamo sicuri che in estate lo avevano richiesto in tanti e lui ha preferito la scommessa con Pistoia. Rispettiamo il suo impegno in un ambiente che gli ha dato tanto, ma ora dovrebbe essere pronto per volare più in alto.

2 Al bravo GRAMENZI di Ferentino che ha fermato la corsa di Capo d’Orlando, ma non può dire che ha litigato con Pozzecco per le bestemmie del mattocchio. Una rissa verbale come tante altre ai tempi del magico Poz sul campo e ora in panchina. Bravo il presidente Enzo Sindoni a cercare una soluzione conviviale con due tecnici che sono stati e sono l’anima della sua società. Caro Poz se ci sarà squalifica prendila bene. Come la sconfitta.

1 A DMAX che ci ha offerto il grande rugby del Sei Nazioni affidandosi alla fantasia dello splendido Napoleone Munari, ma che non sembra interessata ad ascoltare il grido di dolore del basket abbandonato dal fallimento di Sport Italia. Fate uno sforzo e venite incontro allo sport che in Italia fa più spettatori paganti dopo il calcio per i suoi campionati, compresa la GOLD della meraviglia Torino.

0 Alla FIBA che mette all’incanto i posti per un mondiale e  fa diventare farsa quello che dovrebbe essere il massimo avvenimento di questo sport dopo le Olimpiadi. Dicono che non sarà più così. Potevano pensarci prima di brindare alle tre wild card per l’Europa.

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