La fine di Bossi

5 Aprile 2022 di Indiscreto

Che fine ha fatto Umberto Bossi? Non dal punto di vista biologico: ha 81 anni ed è ancora vivo. Ce lo chiediamo dal punto di vista politico, visto che esattamente 10 anni fa, il 5 aprile del 2012, si dimise da segretario della Lega Nord in seguito all’inchiesta sui soldi che l’ex tesoriere della Lega, Belsito, avrebbe versato anche alla sua famiglia.

Il potere passò a Roberto Maroni, che traghettò il partito al disastro delle Politiche 2013: un 4% alla Camera da confrontare all’8,3% delle Politiche 2008 e al 10,2% delle Europee 2009. Quello stesso anno segretario diventò Matteo Salvini ed il resto è quasi storia di oggi, con la Lega al boom delle Europee 2019 (34,26%) seguito da un relativo declino in zona 20%, stando ai sondaggi.

La fine della Lega di Bossi è un pretesto per parlare di attualità e farci una domanda: la guerra in corso in Ucraina, così vicina a noi e così legata alla geopolitica più che a fatti specifici, ha dato una botta al mito delle piccole patrie o l’ha rinforzato? In altre parole: i veneti, i sardi, gli scozzesi, i catalani, eccetera, nel mondo di oggi sarebbero più protetti da soli, all’interno di grandi federazioni, o nelle nazioni di cui storicamente fanno parte?

Non è una domanda tendenziosa perché non abbiamo la risposta. Siamo per l’autodeterminazione dei popoli, anche (anzi, soprattutto) contro la propria convenienza, ma forse c’è un livello minimo sotto cui non si dovrebbe scendere, se si vuole avere un potere contrattuale e, diciamolo, militare credibile. Che poi questo livello siano le macroregioni di Miglio, le regioni attuali, addirittura le città stato come teorizzano anche sindaci non leghisti, è un altro discorso.

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