La dieta di Scola

7 Febbraio 2022 di Oscar Eleni

Oscar Eleni da un’isola scozzese dal nome difficile cercando sollievo e solitudine davanti a giganti pietrificati per le loro eresie religiose. In borsa foto antiche, storie di amicizia e illusione, l’idea del bel libro che ci deve mandare Manfredo Fucile da Napoli, il piacere di leggere come ha deciso di continuare la sua vita, dopo giusta gloria sul legno duro, il Basile che, magari, faceva bei tiri ignoranti, ma, come diceva Tanjevic, quando voleva difendere i suoi banditi dell’oro parigino, il Baso è uno che conosce la durezza della vita che si faceva a Ruvo e non si tirerà mai indietro. Lui, adesso è tornato a fare il contadino e intanto soccorre i cani randagi.

Potendo ci faremmo soccorrere da lui per non incontrare lungo la strada i congiurati che sballottano il mondo del calcio dove piagnucolano, parlano di miseria e poi lasciano sul tavolo più di 11 milioni per l’agente del nuovo fenomeno juventino che, contrariamente al Djokovic vago in Australia, ha scelto di cantare per una Vecchia Signora e vaccinarsi in Italia. Siamo sicuri che Basile prenderebbe a badilate quei giovani dalla faccia sporca che nelle feste distruggono, accoltellano, cercando di capire dove hanno imparato a fare minacce da marchesi del Grillo quei fidipu che al vigile ridevano in faccia: lei non sa chi ha fermato, non sa fare il suo lavoro e presto non lo farà più.

Così stanno le cose come era logico che il grande successo di Amadeus nel suo Sanremo dei record scatenasse i cercatori di pulci per trovare difetti, magari di rimbalzo, come nello sminuire Fiorello e scoprire in Zalone quello dei pienoni, ma non dei salottoni. Sognando una cena a Firenze, magari dai Briganti, con il professor Carlà, il felice esiliato del Corsera De Ponti, con Drusilla senza invitare il suo genio creativo Gori di nobile stirpe. Geniale, così come ci ha sorpreso Maria Chiara Giannetta nello splendido duetto della gelosia, con il bravissimo Lastrico, usando le parole “ rubate a belle canzoni.

Ammirazione e invidia, non trovando la stessa fantasia per parlare di chi governa lo sport raccontando soltanto bugie, anche se la crisi è evidente non soltanto per tribune vuote rispetto all’Ariston, ma per il grido di dolore di tanti allenatori dei settori giovanili, in tutti gli sport che, come dice il Lambruschi, non sanno mai se i ragazzi potranno andare al campo, né dare risposte alle famiglie che, magari, come diceva il padre di Fiorello quando voleva comprarsi quello che serviva ad un tennista nel circolo dei ricchi, risponderanno che o si mangia o si paga il tampone.

Magari non è tutto così, però se vai sui campi senti il disagio e siamo tornati alle prigionie familiari dei troppi ancora capaci di spiegare (?) ai loro figli che lo sport distrae e soltanto lo studio può emanciparti, magari non a cottimo, non dove 90 aziende su 100 speculano sull’aiuto governativo violando tutte le leggi sulla sicurezza, dove ti possono insegnare a licenziare via computer, facendo però gli auguri, ma non certo ad affrontare la vita secondo regole etiche diverse come ha ricordato Papa Francesco a chi si gode la guerra perpetua.

Con questa idea sotto il kilt, preso in prestito, torniamo al basket dopo aver brindato ai Corsolini, adesso che la grande Mara ha raggiunto Gianni nel giardino della corte bolognese oltre i confini della vita, genitori adottivi come lo furono in vita per tanti, cominciando da Lamberti per finire a Parisini. Loro saprebbero suggerire come si aiuta davvero la gente, come si arriva al cuore di chi è campione, ma pure una schiappa. Famiglia, solidarietà voglia di far star bene la gente.

Basket dunque, nel tormento di una lotta per non retrocedere che finirà per castigare società che hanno fatto storia, progetti davvero coraggiosi. La dura legge che piace a Crudelia Demon, dea non tanto occulta di un basket che su questa storia  ha costruito tante bugie, gestendo spesso attraverso  chi fischia a pene di segugio (Giordani dixit) scudetti , promozioni e retrocessioni. Con questa scusa chi apre finestre da vento gelido per nazionali in maschera non si trova un tavolo dove ragionare su questi calendari che ammazzerebbero anche i cavalli. Certo Milano, al momento, è la più esposta, ma guardate anche le altre italiane nelle coppe, tutte consumate da viaggi, molte messe in crisi dal Covid e dagli infortuni come potrebbero dire alla Virtus Bologna adesso che si è complicato il loro viaggio per vincere la seconda coppa Uleb, passaporto per il circo che sfugge ormai a Bertomeu, vero obiettivo, quasi più del secondo scudetto.

Certo Messina e Scariolo sapranno chi mette gli spilloni sui pupazzi delle loro squadre,  di certo non è il periodo migliore per due squadre che guidano il campionato senza problemi, ma che rischiano di venire nell’isola dei pietrificati come noi scoprendo che forse potevano costruire squadre diverse e questa attesa di troppi Godot, come capita a Milano, potrebbe lasciare tanti rimpianti a primavera quando ci saranno i verdetti.

Pagelle dovendo ammettere che questa settimana che porta a san Valentino ha scatenato sui “bravi italiani” molti bagolon del luster, come dicono a Milano degli arrotini per vogliono 70 euro per un coltello da sistemare, come si  pensa dei veterinari o dentisti quando il cane resta cieco e la bocca resta un dramma, anche se per pagare hai quasi svuotato la cassa.

10 A BRESCIA e quindi MAGRO in serie d’oro perché hanno la fortuna che Cellino se ne sta al calcio, perché in una giornata di santa presunzione tengono all’inferno una Fortitudo almeno decente seguendo Mitrou Long, Della Valle ma anche un Laquintana che forse sta crescendo davvero.

9 Alla VARESE caduta sul filo contro una mezza VIRTUS, perché questa via olandese al basket sembra aver ridato vita al mondo intorno alla divina creatura dei giorni d’oro. Si balla, si canta, si gioca con coraggio. Certo sempre sull’orlo del baratro se il tuo bomber fa 0 su 10 da 3, ma lo SCOLA che finalmente ha azzeccato la dieta sua e quella della squadra merita almeno affetto come direbbe il tifosissimo Rapuzzi tornato dopo anni a Masnago dopo le cene ricordo, le serate con Zanatta, Ossola e Bulgheroni, come nei tempi in cui i veri re stavano nell’arena che ricorda Gualco e Nikolic.

8 A MELLI e POETA perché ci hanno detto che sbagliavamo a non tenere in considerazione la loro generazione. Certo il primo ha vinto e il secondo, purtroppo, non ce l’ha fatta con questa Cremona  ben inguaiata, ma la giornata è da dedicare al loro talento.

7 A TREVISO perché questo IMBRÒ sta davvero diventando l’uomo della lampada nel groviglio del Covid, in settimane con troppe partite e molti problemi.

6 A PESARO perché ha ritrovato la vittoria senza dover mettere sul pattino molti che se lo meritano. Duri Banchi, dura vita, ma almeno è vita.

5 Al COVID che ci ha rubato una sfida fra NAPOLI e VENEZIA che volevamo davvero gustare perché queste due sciantose hanno qualcosa che deve farle temere, anche se Sacripanti poteva chiedere prima a Pargo di stendersi oltre Capri.

4 A TRENTO se non troveranno il modo per aiutare MOLIN a completare una stagione che nella prima parte ci aveva davvero sbalordito. Il loro progetto vale, la loro società è bella. Sui giocatori, magari, qualche abbaglio, ma succede.

3 A Sasha DJORDJEVIC che pretende di essere ormai considerato cittadino milanese, ma, ultimamente, ha portato scompiglio nell’accampamento di Giulio Cesare Messina e nel palazzo di Armani, prima con la Virtus e poi con quel Marko GUDURIC che al Forum se ne è andato non certo fra i fiori di lana come quelli che danno a Pechino.

2 A BRINDISI se non ritroveranno il sorriso dopo una bella vittoria, se si sentiranno traditi dalla scelta turca di Josh PERKINS nel momento in  cui  c’era da far ripartire una squadra in rottura.

1 Alla FORTITUDO, parliamo dei giocatori più che dei presunti dirigenti, perché non c’è bisogno di far rompere lavagnette al povero MARTINO per capire di essere sull’orlo del precipizio. Buona reazione, ma…

0 A BANCHERO che fa grandi cose con Duke, perché fra le illusioni dell’estate c’è la sua presenza in azzurro. Lui si dice pronto, ma se lo scelgono fra i primi nella NBA rischiamo di vedere Petrucci urlare anche contro i grandi americani dopo essersi sgolato con i finti ricchi dell’ULEB.

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