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Calcio

La Cremonese di Braida

di Indiscreto

Pubblicato il 2020-11-12

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Ariedo Braida direttore generale della Cremonese, dopo essere stato dirigente di Monza, Udinese, Milan, Sampdoria e Barcellona, anche se ovviamente nella testa di tutti Braida sarà per sempre il numero tre del Milan di Berlusconi e Galliani. Ad un certo punto e per ragioni mai davvero spiegate diventato il numero quattro, delegato soltanto al mercato minore, con il numero tre riservato al procuratore del momento.

Braida alla Cremonese, quindi, attualmente ultima in Serie B dopo 7 giornate. Siamo gente semplice, quindi la prima cosa che abbiamo fatto, una volta appresa la notizia, è stato cercare la data di Cremonese-Monza: 27 dicembre, dopo il Natale in lockdown e in uno Zini deserto come gli altri stadi italiani. Non proprio una sfida a Berlusconi e Galliani, che come obbiettivo hanno la Serie A, ma la venderemo così.

Di certo, avendo giocato a calcio e anche piuttosto bene, Braida era delegato anche a risolvere questioni private dei calciatori ed è per questo che spesso si scontrava con qualcuno che andava oltre (famosa la guerra che gli fece Gullit). La sintonia con chi gli stava sopra è stata totale fino a quando ci sono stati soldi veri per condurre trattative di un certo livello: ricordiamo un Braida decisivo per Van Basten, Rijkaard, Weah, Kakà e tanti altri acquistati dal Milan a cifre accessibili a tanti altri club. Braida intelligente nel non prendersi nemmeno i meriti suoi, è anche per questo che è durato nel tempo.

Come tutti i direttori sportivi aveva il pallino della ‘scoperta’ e la sua più grande al Milan, in proporzione ai soldi spesi, è stata secondo noi Vieira, del quale aveva intuito il potenziale. In tempi più recenti si era convinto (e noi con lui) della grandezza di Gourcuff. Gli ultimi anni al Milan li ha fatti da pensionato-consulente e con Galliani c’era stato un riavvicinamento come ai bei tempi quando sembrava che il potere potesse finire in mano a Barbara Berlusconi. Una passione per il calcio che non è andata molto lontano, quella della figlia del Cavaliere.

In chiave Monza giusto ricordare che all’inizio della sua storia milanista Berlusconi voleva farne in maniera organica un satellite del Milan ed aveva incaricato Braida di costruire un progetto. Che non andò mai al di là di una serie di prestiti (Costacurta, per dirne uno), ma che è uno di quei tarli rimasti nella testa di Berlusconi, da poco ribattezzato statista dal giornalista collettivo, con una giravolta mai vista prima. Storie passate, come quando provò a portare all’Udinese di Zico un Bettega a fine carriera, per un Braida che a 74 anni non vuole vivere di passato.

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