Tennis

La classe di Lea Pericoli

Paolo Morati 04/10/2024

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La scomparsa di Lea Pericoli ha scatenato in noi tante emozioni. Troppo giovani per averne vissuto in diretta le gesta tennistiche accompagnate dalle sue leggendarie ‘mise’, ma oggi sufficientemente adulti (anziani? Vecchi?) per ricordare la sua seconda carriera, quella televisiva. Per noi Lea Pericoli è stata infatti prima di tutto la conduttrice di Paroliamo su Tele Monte Carlo, la TV del Principato di Monaco, una delle poche alternative nell’epoca (parliamo nel 1977) del monopolio RAI, mentre si affacciavano sulla scena le prime stazioni locali. La classe e il garbo, la voce ipnotica, e le buone maniere, nonché l’acconciatura sempre perfetta, ci sono immediatamente tornati in mente appena appresa la notizia della sua scomparsa.

Paroliamo era un gioco semplice. Lo guardavamo, bambini, su un apparecchio rigorosamente in bianco e nero con le tipiche interferenze della tv analogica quando dovevi spostare l’antenna per ottimizzare la sintonia. E lei lo presentava senza gli strepitii (e gli applausi superflui) così diffusi oggi per mantenere desta l’attenzione. Ripreso poi dalla stessa RAI, era ed è un gioco di derivazione francese che in Italia resta comunque indubbiamente legato a Lea Pericoli la quale, nel frattempo, si dedicava anche alle telecronache tennistiche con passione ma senza mai superare la giusta misura.

Negli anni delle nostre scuole medie arrivò poi un’alta trasmissione fondamentale condotta da Lea Pericoli: Caccia al tesoro. Siamo nel 1983 e lei coordinava sulla Rete 1 della RAI una coppia di concorrenti che dovevano guidare via radio Jocelyn (altro mito televisivo, anche lui da TMC) nella ricerca di appunto un tesoro attraverso i luoghi più disparati e remoti. Una nota storica: le immagini di Jocelyn, spesso di corsa e in situazioni scomode, i concorrenti non le vedevano per cui lavoravano al ‘buio’ supportati nei ragionamenti in studio dalla Pericoli. Conclusioni? Forse (diciamo forse) non erano tempi migliori rispetto al presente, tuttavia alcuni ricordi certamente lo sono. Grazie Lea e non soltanto per le tante ore di tennis trascorse con te.

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